Rosalia De Souza: Brasil Precisa Balançar

Chi aveva apprezzato - e sono stati in molti, a guardare le cifre di vendita del primo lavoro - il connubio tra la voce di Rosalia, con le sue atmosfere nu-brazil e l'approccio più vicino al dancefloor di Conte, potrebbe ritenere un bel passo indietro le canzoni del nuovo lavoro.

Prodotto e arrangiato a Rio de Janeiro da un nome storico della bossanova come Roberto Menescal, con ospiti del calibro di Marcos Valle, Brasil Precisa Balançar si presenta infatti come un disco raffinato di rivisitazione della più rodata classicità carioca. Non solo la rilettura di alcuni classici come "Vivo Sonhando", ma l'idea complessiva dell'album è quella di una rispettosa aderenza alla tradizione della bossanova e del miglior cantautorato pre-tropicalista.

Va detto subito che la De Souza è interprete di ottima caratura, il pericoloso confronto con i materiali originali è affrontato con umiltà e personalità del tutto vincenti - il singolo "Jogo de roda", del repertorio di Edu Lobo ne è testimonianza inequivocabile - e tutto il disco è piacevolissimo, con alcune punte degne di nota, una su tutte il delizioso duetto con Valle in "Que Bandeira", capace di sciogliere qualsiasi riserva.

E non può essere messa in dubbio la genuina tensione che la musicista esprime verso una personalizzazione della prassi interpretativa di un Brasile che, lontano dall'attualità ribollente delle giovani leve, più legate all'hip-hop e al funk, è portatore di una immensa riserva di valori e materiali espressivi.

L'unico timore può essere a questo punto quello di una prematura "classicizzazione" dell'artista, di una raffinata conversione a interprete pura, piuttosto che esplorare le possibilità di interprete delle tante contraddizioni sonore dei nostri tempi. Sarebbe un peccato perché la De Souza - che dal vivo continua a esibirsi con alcuni dei giovani jazzisti italiani più flessibili e creativi, da Gaetano Partipilo a Mirko Signorile - dimostra anche con questa seconda prova che il suo timbro dolce e sensuale, mai forzato, è un veicolo di emozioni che merita di viaggiare su strade più avventurose [certamente anche più avventurose di quelle del disco d'esordio!].

Da affiancare ai classici sul vostro scaffale verde e oro!

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