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Musica Nuda: Banda Larga
ByIl progetto è molto coraggioso: 18 brani inediti (di diversi autori) tra cui cinque preludi strumentali di Daniele Di Gregorio (già collaboratore di Paolo Conte), qui autore anche degli arrangiamenti. Due le cover, o meglio, gli omaggi: Des ronds dans l'eau (classico della canzone francese di P. Barouh e R. Le Senechal), e Les Tam-Tam du Paradis, di Conte. L'impressione, già al primo ascolto, è quella di incontrare una storia, anche se non esiste un filo tematico dal punto di vista narrativo (se non la scelta per lo più intimista dei testi): il fil rouge lo crea la musica, o meglio quello che le musiche dei pezzi diventano nelle mani di Di Gregorio, capace di costruire una matrice narrativa complessa e suggestiva. Regista di grande talento, Di Gregorio dimostra di saper maneggiare molto bene l'oggetto canzone: nel portare avanti il suo complesso discorso armonico e melodico, riesce ad identificare in ogni pezzo un frammento preciso di quello che sta raccontando, soprattutto grazie a ritmi ed invenzioni.
Le influenze, gli stili, i generi e le relative contaminazioni che confluiscono in questo lavoro sono tante. Prima di tutto, un po' dappertutto, il jazz: dichiarato, presente, a volte nascosto, ma sempre corteggiato dalla bellissima voce di Magoni e dai controtempi di Spinetti; poi, svelata da una certa impostazione sobria e colta della composizione, ecco la musica classica, nelle sue declinazioni contemporanee e sperimentali. Il tutto condito da inaspettate pennallate di ritmi esotici, orientaleggianti e da toni progressive.
Poco da dire (di nuovo), su Magoni e Spinetti. Virtuoso inafferrabile lui, con quello swing sempre sulla punta delle dita e i grappoli di note densi, giocati su accenti insospettati e inaspettati. Sempre impeccabile la voce di lei (che canta anche in inglese, francese e portoghese), quando tocca atmosfere giocose o intime (Carica erotica), quando diventa un po' più aggressiva, decisa (Lirico Lirica) e anche quando viene portata all'estremo della sperimentazione, dove la lirica incontra il rock progressive (Luna suadente). Le parole sono giocattoli nelle corde di Magoni, che liscia, stringe e stropiccia quanto la voce permette (nel suo caso, quasi in ogni modo possible), così che la parola esiste soprattutto come portatrice di sillabe, di molecole di suono, quasi un bebop di contenuto semantico dove il testo diventa anch'esso protagonista della ricerca sottile della musicalità perfetta.
A proposito dei testi, questi ultimi si notano al secondo ascolto, travolti (com'è naturale che sia) dalla qualità delle trovate musicali e dall'esecuzione, ma sono tutt'altro che secondari: sono insoliti, accattivanti, carichi di una certa originalità ricercata (non si può non pensare, davanti l'uso di parole inaspettate come aspirapolvere ad una naturale influenza contiana).
Gli arrangiamenti riescono a coniugare l'essenzialità della formula basso-voce a un substrato sonoro ricchissimo, ma non eccessivo, che lascia inalterata la centralità delle prime voci, immergendole in un contesto di voci secondarie che riempiono l'essenzialità del dialogo primario senza distrurbare, quasi ci fossero sempre state. Un disco corale, quindi, che vede molte collaborazioni illustri, da Joe Barbieri (che duetta con Petra in Spina dorsale), a Pacifico ("Qui tra poco pioverà") fino a Francesco Bianconi (Le cose), Susanna Parigi (testo di Carica erotica) e al grande Stefano Bollani (Game of Taking Chances).
Musica nuda un po' meno nuda del solito, qui forse non più solo arte di saper riportare all'essenziale la musica (bella autodefinizione dalla biografia del duo). Ma musica ancora nuda, nonostante tutto, se questo significa bellezza al di fuori delle mode commerciali, ricerca, esplorazione del genere canzone dentro altri generi. E quel che esce da questo colorato tourbillon di talenti ed inclinazioni è molto bello.
Personnel
Album information
Title: Banda Larga | Year Released: 2013 | Record Label: Leo Records
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