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"Baida": Ralph Alessi ci racconta il suo nuovo disco per la ECM

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Trombettista schivo, ma con le idee sempre chiare -supportate da un talento cristallino -Ralph Alessi sbarca in casa ECM con un disco che potrebbe riuscire nel sempre più difficile intento di piacere, come si diceva una volta, "a critica e pubblico," agli ascoltatori in cerca di suoni coraggiosi come a quelli più legati alla tradizione.

Si intitola Baida [il nome che la bimba di Alessi dava alla propria coperta] e vede all'opera un quartetto splendido con Jason Moran al pianoforte, Drew Gress al contrabbasso e Nasheet Waits alla batteria.

"Questo gruppo ha suonato assieme per la prima volta nel disco This Against That nel 2002" ci racconta Alessi "e da allora abbiamo inciso un disco per la CamJazz, Cognitive Dissonance prima di questo. A conti fatti sono undici anni che il gruppo esiste, anche se abbiamo suonato assieme solo poche volte."

Ma come è nato il rapporto con la ECM? Continua Alessi:

"Il disco nasce dal fatto che qualcuno della ECM (che già seguiva la band) ci ha sentito suonare allo Jazz Standard nel 2010. La cosa è arrivata a conoscenza di Manfred Eicher e un giorno, così dal nulla, ho ricevuto una sua mail in cui mi scriveva che avrebbe voluto registrare il gruppo. Da quel momento mi sono impegnato a ripescare brani che non avevamo registrato e a comporne di nuovi e da lì si è trattato solo di registrare e lavorare con Eicher per decidere come disporre al meglio la musica sul disco."

Dopo anni in cui l'attenzione sul jazz americano sembrava un po' allentata, l'etichetta di Monaco sembra ultimamente particolarmente efficace nel pubblicare progetti e gruppi di altissimo livello dalla scena newyorkese [pensiamo solo ai lavori di Tim Berne, di Craig Taborn, di Michael Formanek, dei Fly, di Chris Potter], strategia che è stata accompagnata da una grande attenzione critica nelle riviste specializzate e nei siti a stelle e strisce.

Il tono introspettivo che spesso innerva i temi di Alessi sembra poi particolarmente in linea con le coordinate estetiche dell'etichetta, come ci conferma lo stesso trombettista:

"La musica di questo disco non è particolarmente atipica rispetto a quanto sto facendo in questi anni. Certamente ero conscio che il lavoro sarebbe stato pubblicato dalla ECM e questa consapevolezza ha influito sulla scelta del materiale da incidere. Devo anche aggiungere che c'erano poche cose che non ero sicuro Manfred avrebbe apprezzato, ma che abbiamo registrato lo stesso e che alla fine trovi sul disco, perché tutto quello che abbiamo fatto in quei due giorni gli è piaciuto molto."

Grande ricchezza ritmica e armonica [bellissime la title-track, ma anche la danzante "Gobble Goblins" o la dolcissima "Throwing Like a Girl"] caratterizzano il disco. Cercare influenze è sempre possibile, ma difficile evidenziarle perché Alessi ha metabolizzato le tante esperienze in una sintesi lucidissima e al tempo stesso densamente espressiva. Steve Coleman, Uri Caine, Don Byron sono stati e sono leader importanti per Alessi, al quale chiediamo se qualcuna di queste avventure lo abbia influenzato più di altre.

"È molto difficile per me, direi impossibile, estrapolare una singola situazione, " risponde "perché ho imparato moltissimo in ognuna delle band in cui sono stato e ancora sono coinvolto come sideman. Il tipo di musica che mi viene richiesto di suonare e le direzioni con cui i musicisti guidano i gruppi in cui sono coinvolto influenzano tutti -in senso positivo, ma anche negativo qualche volta, eh -il mio modo di comporre e di dirigere un gruppo. Credo che un'importanza simile o forse anche maggiore sia rivestita dai successi o dai fallimenti delle mie stesse esperienze come leader... l'esperienza è sempre la migliore maestra."

Gli domandiamo anche della School for Improvisational Music di Brooklyn che occupa una parte rilevante della sua attività:

"Non è propriamente una scuola, ma piuttosto una serie di laboratori che hamis esistono ormai dal 2001. Ne vado particolarmente orgoglioso perché assolvono a due importanti funzioni, sia come punto di connessione per gli improvvisatori emergenti, sia come possibilità di vedere come lavorano i jazzisti. Credo che l'idea di base sia quella di togliere un po' di enfasi al classico abc della musica (teoria e armonia) per dare maggior risalto ai concetti che stanno dietro all'improvvisazione come processo più che come stile."

Oltre a Baida è uscito recentemente anche il disco Only Many in duo con il pianista Fred Hersch, pubblicato dalla CamJazz.

"Il disco è un documento importante che in molti modi riassume la nostra storia musicale. Ci siamo incontrati nel 1999 e abbiamo iniziato a suonare in duo a casa di Fred. Da allora questa combinazione strumentale è sempre stata un po' speciale per noi e per anni abbiamo parlato di fare un disco. Siamo molto contenti di come è riuscito."

Tornando a Baida, che è a nostro avviso uno dei dischi più interessanti di questo 2013 che inaspettatamente sta offrendo tanti lavori di qualità, chiudiamo la nostra chiacchierata con Alessi chiedendogli i prossimi progetti del gruppo:

"Ho intenzione di pensare un tour per questo gruppo nell'autunno del 2014. Ho anche un'idea per il prossimo progetto e nelle prossime settimane ne parlerò con Manfred."

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