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Avishai Cohen Strings Project al Parco della Musica, Roma
Roma Jazz Festival
Roma
27.10.2013
Un altro appuntamento importante nel programma del Roma Jazz Festival è stato quello che vedeva protagonista il contrabbassista israeliano Avishai Cohen con il suo ultimo progetto, che mescola il jazz del suo classico trio con le suggestioni della canzone popolare di area mediterranea condite da arrangiamenti cameristici affidati a un quartetto d'archi e un oboe che completano la formazione.
Preceduto dalla lettura di alcuni brani da 'Il gioco preferito' di Leonard Cohen, per il tema portante del festival dedicato a Jazz e letteratura, il concerto si è aperto con una breve introduzione cameristica degli archi seguita da "Song for my Brother" in cui il contrabbassista si è esibito in un lungo assolo. I brani in scaletta, in buona parte tratti dal nuovo CD in uscita, mescolano canzoni popolari interpretate vocalmente dallo stesso Cohen, che canta in varie lingue (spagnolo, Ladino e ebraico), a brani strumentali di matrice jazzistica, ma con una forte connotazione mediorientale. Il progetto rappresenta una specie di viaggio del contrabbassista alla riscoperta delle radici musicali del proprio popolo, espresse secondo un linguaggio a cavallo tra jazz e musica da camera, non lontano da alcune proposte simili di Rabih Abou-Khalil.
Particolarmente efficace risulta la commistione tra i musicisti classici, che forniscono la base armonica degli arrangiamenti (ma l'oboista Yoram Lakis si è reso anche protagonista di alcuni notevoli interventi solistici) e il trio jazz, completato dal pianista Nitai Hershkovits e dal giovanissimo batterista Ofri Nehemya, cui sono affidate le improvvisazioni.
Il merito principale di Cohen è quello di aver saputo fondere i due diversi aspetti della sua musica in un insieme omogeneo, nel quale tutti i musicisti partecipano collettivamente. Ciò rimane evidente soprattutto nei brani strumentali, tra cui si segnalano una esecuzione del bel tema di Thad Jones "A Child Is Born," e due brani caratterizzati dall'adozione di ritmi e sapori mediorientali, "Arab Medley" e "Shlosre" in 13/8. Tra un brano e l'altro Cohen introduce le composizioni spiegandone le origini e la storia. L'ultimo brano in scaletta è un assolo di contrabbasso, che sfocia in una canzone spagnola interpretata da Cohen senza altro accompagnamento che quello del suo strumento. Come bis, viene concessa la prima esecuzione assoluta di un nuovo brano, finora solo provato dai musicisti, un altro strumentale dal ritmo scatenato che chiude in bellezza un concerto interessante per la qualità della proposta presentata.
Foto (di repertorio)
Goio Villanueva.
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