Daniel Higgs: Atomic Yggdrasil Tarot

L'apertura, squassante, di "Luminous Carcass Ornament" è come un tuono che ci anuncia la pioggia continua e battente di chitarre, banjos, pianoforti low-fi che si avvolgono su se stessi in uno di quei neri pozzi del tempo nei quali oriente e occidente si incontrano, da dove attingono i mistici indiani e i cultori delle radici americane, sotterrando sotto un albero sacro un vecchio registratore a cassette.

Ecco dunque i lamenti distorti degli accordi di "Spectral Hues", il drone elettrico che si accende improvviso all'inizio della title-track, per scivolare poi in un'ipnosi dai contorni brulicanti, l'apparentemente stolido esercitarsi di "Creation Moan", fino a giungere alla conclusiva "Hems and Seams" [di gran lunga il pezzo migliore del disco] lungo viaggio iniziatico propiziato dal suono dello scacciapensieri, giù fino al cuore del cosmo di Higgs.

Non è semplice entrare con mente e corpo freschi in questa psichedelia casalinga: a volere essere un po' cattivelli non c'è da faticare molto per relegare il disco nel novero di quelle costruzioni personali che poco riescono a spartire con chi non si fa ammaliare dalla stessa fideistica visione. Qualche ascolto ripetuto indica qui e là fessure e appigli, bagliori di fascino, ma non ce la sentiamo di consigliare apertamente l'impegno richiesto.

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