The Mark Harvey Group: A Rite for All Souls
Due anni pima di dar vita alla sua creatura per eccellenza, l'Aardvark Jazz Orchestra, il trombettista bostoniano Mark Harvey si era reso protagonista alla testa del suo quartetto dell'epoca della memorabile performance oggi quanto mai meritoriamente dissotterrata dall'oblio grazie all'Americas Musicwords. Era il 31 ottobre 1971 allorché all'Old West Church di Boston andava in scena questo rito improvvisativo totale e liberatorio, nel nome di una pratica in quegli anni tutt'altro che usuale.
Lungo i novantasette minuti di musica inclusa nel doppio CD è tutto un affastellarsi di situazioni largamente polistrumentali (le note dello strumentario riportate in copertina, quanto mai lacunose perché evidentemente non ricostruibili, non rendono minimamente la misura di quanto realmente posto in campo: basti la foto d'interno, con Harvey alla tromba e gli altri tre impegnati alle ance, laddove Ellis e Standish, nel frattempo entrambi deceduti, il primo nel 2006, il secondo nel 2014, risulterebbero accreditati solo come percussionisti). Voracità, sacro fuoco, urgenza espressiva: tutti termini qui quanto mai calzanti, però con una capacità di gestire architettonicamente le varie situazioni venutesi di volta in volta a creare che farebbero invidia a tantissimi odierni free performers.
Vengono in mente esperienze coeve, anche a migliaia di chilometri di distanza (e citiamo, come primo nome, il Michel Portal dello Unit, per esempio quello del live a Chateauvallon del '72, ma anche, per altri versi, certe cose di Don Cherry), o di poco successive (ancora la Francia di Une Drame Musical Instantané, per fare un altro esempio), esperienze assolutamente avanti rispetto ai tempi, il cui profumo si respira nitidamente in questa dissepoltura benedetta, capace di restituirci dopo pochi minuti quel clima, quella congerie storica, quella sete di sperimentazione fuori da ogni futile cliché.
Descrivere a questo punto la musica in quanto tale, seguirla nel suo svolgersi, ci apparirebbe improprio quanto pleonastico: diciamo solo che c'è tanto e quasi tutto degno di un ascolto attento e partecipe. Ottima la presa di suono.
Album della settimana.
Lungo i novantasette minuti di musica inclusa nel doppio CD è tutto un affastellarsi di situazioni largamente polistrumentali (le note dello strumentario riportate in copertina, quanto mai lacunose perché evidentemente non ricostruibili, non rendono minimamente la misura di quanto realmente posto in campo: basti la foto d'interno, con Harvey alla tromba e gli altri tre impegnati alle ance, laddove Ellis e Standish, nel frattempo entrambi deceduti, il primo nel 2006, il secondo nel 2014, risulterebbero accreditati solo come percussionisti). Voracità, sacro fuoco, urgenza espressiva: tutti termini qui quanto mai calzanti, però con una capacità di gestire architettonicamente le varie situazioni venutesi di volta in volta a creare che farebbero invidia a tantissimi odierni free performers.
Vengono in mente esperienze coeve, anche a migliaia di chilometri di distanza (e citiamo, come primo nome, il Michel Portal dello Unit, per esempio quello del live a Chateauvallon del '72, ma anche, per altri versi, certe cose di Don Cherry), o di poco successive (ancora la Francia di Une Drame Musical Instantané, per fare un altro esempio), esperienze assolutamente avanti rispetto ai tempi, il cui profumo si respira nitidamente in questa dissepoltura benedetta, capace di restituirci dopo pochi minuti quel clima, quella congerie storica, quella sete di sperimentazione fuori da ogni futile cliché.
Descrivere a questo punto la musica in quanto tale, seguirla nel suo svolgersi, ci apparirebbe improprio quanto pleonastico: diciamo solo che c'è tanto e quasi tutto degno di un ascolto attento e partecipe. Ottima la presa di suono.
Album della settimana.
Track Listing
CD 1: Tracks 1÷3.
CD 2: Tracks 1÷3.
Personnel
Mark Harvey: composer/conductor; Peter Bloom: saxophone, alto; Craig Ellis: percussion; Michael Standish: percussion.
Album information
Title: A Rite for All Souls | Year Released: 2020 | Record Label: Americas Musicworks