Daniel Carter - Alberto Fiori - Tom Abbs - Federico Ughi: The Perfect Blue

Il suo nome è legato a collaborazioni con Bob Moses, Gunter Hampel, Sun Ra, poi una sorta di anonimato fino agli anni '90 quando William Parker e Matthew Shipp lo "recuperano" inserendolo nel giro dell'avanguardia nera. La mentalità aperta di Daniel Carter poi lo ha portato a flirtare con l'indie-rock e il folk, impreziosendo ad esempio dischi di Yo La Tengo ("Now 2000").

The Perfect Blue è un disco che respira il Free storico anche se le dinamiche sono abbastanza controllate. Il quartetto opera in libertà ma allo stesso tempo con rigore nello scambio continuo dei ruoli. L'album è pervaso da una varietà di climi e situazioni, si va dall'incedere cool di "If You Come This way" a quello teso e drammatico di "Till Late in the Night" e "To Pass On" fino allo swing nervoso di "Zero Summer" e "Fight in Sight" (e qui Carter libera tutta la sua fisicità ricordando l'urlo belluino di Ayler e Shepp).

La voce del polistrumentista è ruvida, possente - feroce a volte - ai sassofoni, screziata alla tromba. La musica prende quota dalla continue, preziose invenzioni del pianista - spigoloso e martellante - e dalla propulsiva, materica batteria di Ughi, con il quale Carter sembra stabilire una particolare empatia (espressa già su disco nel duo Astonishment del 2001).

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