Samo Salamon, Szilard Mezei, Achille Succi: Planets of Kei

Tre musicisti, un serbo, uno sloveno e un emiliano, ognuno per suo conto avvezzo a una musica ben altrimenti meditata e strutturata (specie il violista serbo), decidono di riunirsi in una di quelle che una volta si chiamavano "sedute d'improvvisazione" che il sottotitolo dell'album, Free Sessions Vol. 1, c'informa essere la prima di una serie, e danno di piglio ai rispettivi strumenti in un contesto, appunto, per loro neppure così abituale.

Cosa ne viene fuori? Una musica che fin dal primo degli otto trii complessivi (cui si aggiungono quattro duetti in combinazioni incrociate, di cui una doppia) si annuncia arcigna, nervosa, corporea, non di rado di impronta antigraziosa. Tutto appare molto netto, unidirezionale, anche se procedendo con l'ascolto, in particolare nella sezione centrale coincidente con "Trio V" e "Duo Samo & Szilard II" s'incontrano fasi più compassate, persino eccessivamente elusive, per risalire nuovamente nei quattro brani conclusivi, con gli ultimi due trii di durate decisamente corpose, oltre i dieci minuti, laddove in precedenza non si era mai andati oltre i sette e spiccioli. Dialogo fitto, a tratti concitato, con qualche episodica lungaggine.

Un disco non avaro di spunti felici, quindi, che tuttavia ben difficilmente negli anni a venire ci capiterà di inserire in un'ipotetica discografia essenziale di ciascuno dei suoi tre protagonisti.

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