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Nicole Mitchell al Teatro Franco Parenti
Jazz Al Parenti
Teatro Franco Parenti
Milano
25.04.2016
Sul programma presentato a inizio rassegna, Nicole Mitchell avrebbe dovuto essere al Teatro Franco Parenti con il suo quartetto Black Earth String, ovvero con Renee Baker al violino, Josh Abrams al contrabbasso e Tomeka Reid al violoncello.
A volte però nel jazz, ma non solo nel jazz, le cose non vanno secondo i programmi. "Life is what happens to you while you're busy making other plans" cantava John Lennon. La flautista di Chicago si è dunque presentata a Milano con una formazione che rispetto all'idea originaria ha confermato solo Tomeka Reid, cui sono stati affiancati Silvia Bolognesi al contrabbasso e Pasquale Mirra al vibrafono. Un cambiamento non solo di personalità musicali, ma anche di configurazione strumentale, su cui a posteriori diamo senza dubbio un giudizio positivo.
L'inserimento di uno strumento percussivo come il vibrafono ha infatti conferito alla musica un colore più dinamico, memo cameristico, e permesso ai brani di svilupparsi secondo due assi portanti evidenti e ben definiti: gli archi di Tomeka Reid e Silvia Bolognesi da un lato, i flauti di Nicole Mitchell ed il vibrafono di Pasquale Mirra dall'altro.
Detto ciò, e nonostante qualche accenno ad echi africani, la musica proposta non è riuscita a coinvolgerci pienamente, forse anche a causa di uno svolgimento dei brani molto schematico, che solo in due casi ("Today" e "South Shore"), si è spinto oltre la canonica esposizione del tema -soli a rotazione -ripresa del tema.
A conferma delle nostre sensazioni, la tiepida reazione del pubblico. Intendiamoci, l'applausometro non è mai stato il nostro riferimento. Ma talvolta coglie nel segno. In questo caso, i maggiori consensi li hanno giustamente ricevuti i due musicisti italiani. Apprezzata, pur senza particolari entusiasmi, anche la prova di Tomeka Reid, a dire il vero penalizzata da un'amplificazione che l'ha messa un po' in secondo piano. Per la leader, solo qualche timido applauso di stima e poco più.
Foto
Roberto Cifarelli.
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