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Nice Jazz Festival 2011

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L'edizione 2011 del Festival Jazz di Nizza resterà sicuramente negli annali della rassegna, in primis perchè dopo più di trent'anni la location abituale è stata definitivamente spostata. Era dal 1974 che si svolgeva a Cimiez, appena sopra Nizza, con i suoi giardini con gli ulivi e l'arena romana. Un posto molto suggestivo che incarnava appieno lo spirito jazz, inteso come una vera e propria festa.

Negli ultimi anni però l'affluenza non era assolutamente paragonabile agli anni d'oro, anche per alcune scelte discutibili dei cartelloni che venivano allestiti. Ora, nel 2011 il jazz è ritornato in città, nel cuore, ovvero in pieno centro, nei giardini Albert 1er. Due i palchi che sono stati allestiti, il Théàtre de Verdure, dove era il jazz a farla da padrone e la Scène Massena, per gli spettacoli più orientati verso altri generi musicali.

In cinque giorni si son registrate oltre trentamila presenze. Quindi sicuramente un grande successo che pone delle ottime basi per i prossimi anni. Grande soddisfazione quindi per il direttore artistico Harry Lapp e il sindaco di Nizza Christian Estrosi, che hanno creduto fortemente in questo progetto. Ma quali sono stati i protagonisti? Per correttezza dobbiamo chiarire che molti concerti erano in contemporanea e quindi a volte bisognava fare delle scelte obbligate...

Nell'album dei ricordi di questo Festival ci sarà senz'altro il duello a distanza tenutosi la sera inaugurale fra due dei chitarristi più vicini a Miles Davis, Mike Stern e John McLaughling. Il primo con un supergruppo formato da Didier Lockwood al violino, Tom Kennedy al basso e Dave Weckl alla batteria ha regalato assoli a piene mani decisamente sterzanti sul rock. Il repertorio si è basato soprattutto sull'ultimo album del chitarrista, Big Neighborhood. Il secondo, alla testa del suo gruppo The 4th Dimension ha rinverdito i fasti della sua Mahavishnu: già lo scorso anno, con l'uscita dell'album To the One si era notata una nuova vena ispiratrice in Mc Laughling e anche nei nuovi brani presentati in concerto l'impatto è stato decisamente positivo.

Il jazz francese è stato celebrato domenica 10, prima con una coppia d'eccezione, Martial Solal e Stefano Bollani, l'incontro fra uno dei maestri del passato e uno del presente e del futuro. Un set emozionante e seguito con attenzione dal pubblico, che ha apprezzato questo incontro a quattro mani che univa l'estro del nostro Bollani alla vena più intima di Solal. Dopo di loro, uno dei momenti più felici di tutta la rassegna, ovvero l'interessantissimo "Bailador" di Michel Portal, uno dei pochi progetti musicali attualmente"freschi" del panorama jazz, una musica di ampio respiro che ha sottolineato, oltre alle qualità indiscusse del leader, la coesione del gruppo, su cui spiccavano le tastiere di Bojan Z e la tromba di uno dei nuovi fenomeni della scena, Ambrose Akinmusire, che ha da poco pubblicato per la Blue Note l'osannato "When the heart emerges glistening"

Martedì 12 luglio ancora grande musica con Roy Hargrove, tornato decisamente al jazz dopo le sue parentesi funkeggianti e aperte verso l'hip hop: con un quintetto molto compatto ha tenuto saldamente in mano la platea con un concerto molto rigoroso e senza sbavature. Da incorniciare poi la performance del sempre verde Ahmad Jamal, alla testa del suo trio con un ospite d'eccezione, Manolo Badrena, il quale per la verità ha aggiunto ben poco del suo solito colorito apporto. Senza togliere niente la musica in trio era perfetta così. Impeccabile poi come sempre Winton Marsalis, alla testa della Lincoln Center Jazz Orchestra, tutto sempre troppo perfetto...

In assoluto la serata clou intesa come presenze è stata quella di lunedì 11, con oltre 9000 paganti, dove vedeva sulla scena due protagonisti della musica black, ovvero Macy Gray e Seal, segno che comunque per attirare persone in una manifestazione jazz c'è ormai bisogno delle star e lo confermano da diversi anni tutte le grandi rassegne sparse in Europa. Le performance delle due stelle non hanno però particolarmente convinto sotto il profilo musicale, soprattutto da Seal ci si aspettava un repertorio più orientato verso il soul .

Da segnalare infine l'esibizione dei Morcheeba riuniti nella formazione storica, preceduti dal visionario e sempre interessante viaggio del trombettista Nils Petter Molvaer , mentre non sono andati al di là del semplice compitino Carlinhos Brown, la nuova stella soul Asa e Maceo Parker.

Foto di Umberto Germinale.


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