Paolo Fresu - Richard Galliano - Jan Lundgren: Mare Nostrum

La mancanza di elementi ritmici come basso e batteria rendono la musica rarefatta e sospesa, le composizioni sono crepuscolari e malinconiche e spaziano dal folklore svedese a Ravel, passando per Charles Trenet, Jobim e Vinicius de Moraes e diverse composizioni originali. La diversa personalità espressiva dei tre è molto evidente in tutte le composizioni e riletture musicali: più solenne e algido Lundgren, cantabile e solare Fresu, danzabile e ironico Galliano.

Il disco inizia con la composizione di Lundgren che dà il titolo all'album, le 15 composizioni sono equamente ripartite tra i tre che dialogano splendidamente in ogni singola traccia, ma il risultato è alquanto monocorde. Fresu punta prevalentemente sul timbro caldo del flicorno e il suono è impeccabile, e lo stesso può dirsi del pianoforte Fazioli di Lundgren e della registrazione realizzata da Stefano Amerio presso la sua Artesuono (studio di registrazione noto per l'ottima qualità) - eppure il risultato non convince appieno.

Probabilmente le note di copertina dicono il vero quando definiscono il progetto una collaborazione musicale e non un'operazione di marketing di un'etichetta discografica basato su grandi nomi, ma resta il fatto che non spicca mai il volo, anche se sembra sempre sul punto di farlo.

Sulla buona fede e la qualità dei musicisti c'è da giurarci, ma manca qualcosa... alla malinconia manca forse un po' di inquietudine nordica, al calore e alla cantabilità mancano ritmo ed energia.

Ma forse, come molte produzioni Ecm, dal vivo potrebbe trovare la giusta dimensione grazie a quell'elemento mancante nell'energia liberata.

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