François Houle, Marco von Orelli: Make That Flight

Sessantun anni, canadese del Québec l'uno, cinquantadue anni, svizzero di Basilea l'altro, Francois Houle e Marco von Orelli sono musicisti appartenenti a un'area di sperimentazione jazzistica sicuramente influenzata da una visione che definiremmo "europea" della contemporaneità in fatto di suono, ormai noti agli ascoltatori più attenti da un bel po' di tempo. Questo loro tête-à-tête ne riconferma, e anzi ne rafforza, l'immagine estremamente positiva che avevamo maturato nei loro riguardi lungo il succitato lasso di tempo.

Vi trovano posto undici brani variamente sviluppati (da un minuto e mezzo scarso a poco più di otto) in cui ciascuno (anche sul versante compositivo: quattro pezzi si devono a Houle, tre a Orelli e quattro a entrambi) ha modo di esprimersi con la massima compiutezza, attraverso una musica sempre giocata sul filo della curiosità reciproca, che in questi frangenti è componente assolutamente imprescindibile, elegante ma mai estetizzante, cameristica (quasi fisiologicamente) ma mai estenuata, in quanto animata da un soffio continuo, un'estrema attenzione alle dinamiche, che sono ricchissime, e alla purezza timbrica.

Una gemma assoluta e luminosissima, insomma.

Album della settimana.

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