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L'arte dei suoni del Sonic Arts Network - Junko Wada: Music Dances itself / Stewart Lee: The Topography of Chance
ByJunko Wada
Music Dances itself
Sonic Arts Network
(2006)
Valutazione: 3,5 stelle
Music Dances itself è una sorta di playlist ideale selezionata dall’artista, danzatrice e performer Junko Wada di musiche che esplorano forme differenti di sound art. Il CD documenta la collaborazione tra la danzatrice giapponese e una serie di artisti britannici che hanno dato vita ad una performance tenutasi al Jerwood Space di Londra in cui la coreografa ha eseguito delle danze a partire dalle musiche scelte. Il lato sonoro del progetto è piuttosto particolare perché si tratta solo in parte di musiche adatte al movimento, in qualche modo ritmiche, molte sono musiche assolutamente inadatte al movimento, musiche in ogni caso di personaggi chiave della musica contemporanea, quali Akio Suzuki, Christina Kubisch, Hans Peter Kuhn e Rolf Julius ma anche Arno P.Jiri Kraehahn e David Moss. Il libretto acclude una serie di foto stilizzate della performance utili a visualizzarla concretamente e un lungo racconto della Junko altrettanto interessante per capire cosa effettivamente sottende l’iterazione tra gesto, musica e suono.
(a cura di) Stewart Lee
The Topography of Chance
Sonic Arts Network
(2006)
Valutazione: 3 stelle
The Topography of Chance è un CD curato da Stewart Lee, commediografo, scrittore e regista, che documenta un viaggio per mezzo di elementi casuali attraverso varie città e luoghi degli Stati Uniti e dell’Europa. Il riferimento teoretico del progetto - un vero e proprio tributo alla filosofia Fluxus e al Situazionismo - è nel libro di Emmett Williams, “An Anecdoted Topography of Chance”, che documenta nel dettaglio oggetti lasciati “random” sulla scrivania di Daniel Spoerri, artista fluxus, a cui si è ispirato Stewart Lee per questo CD. Dal punto di vista musicale “The Topography of Chance” contiene diciassette tracce dove musicisti, ma anche alcuni artisti, commediografi e scrittori alternano musiche (per lo più improvvisate) a brevi gag che vanno dal paradossale al sublime. Molti progetti selezionati hanno a che fare con suoni e una particolare e specifica idea di paesaggio (sonoro) e nel loro insieme, uniti da delle mappe stampate nel libretto, costituiscono una vera e propria topografia sonora. Bellissimi i testi che accompagnano ogni traccia che aiutano ad entrare nella musica a partire non dal suono ma ciò che Lee ha colto in geografie e spazi diverso di esso.