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John F. Goodman: Mingus secondo Mingus
ByJohn F. Goodman
Minimum Fax
482 pagine
978-88-7521-553-8
2014
Tra il 1972 ed il 1974 il cinquantenne Charles Mingus concede una serie di interviste a John F. Goodman, giornalista di Playboy che ne aveva empaticamente recensito il concerto di rientro, dopo alcuni anni di ritiro dalla scena musicale. Il geniale contrabbassista mette a nudo il suo cuore, rivelando aspetti poco noti della sua personalità umana (uno humor inglese) ed artistica. Questa conversazione in libertà costituisce la parte più rilevante di un ottimo libro, che include le testimonianza di parenti, collaboratori e produttori musicali.
Ne vien fuori un percorso narrativo estremamente variegato, che traspone sulla carta l'imprevedibilità musicale dell'intervistato, conversatore arguto, vivace ed in qualche caso irriverente. Si intravede un buon feeling tra i due protagonisti di questa conversazione svolta nel segno della continua divagazione, ricca di aneddoti.
Le gustose informazioni che lasciamo scoprire direttamente al lettore coprono un arco di 360 gradi, passando dai principi estetici mingusiani alla sua difficoltà a gestire i rapporti con la stampa e case discografiche. Si prosegue con acute riflessioni sulla politica, i problemi razziali ed il ruolo dell'intellettuale afroamericano nella dominante società Wasp.
Emerge un ritratto a tutto tondo di un artista sincero nel parlare delle sue passioni amorose nonché dei gusti musicali (Duke Ellington, Charlie Parker, Bud Powell), idiosincrasie incluse (l'avanguardia jazzistica elevata a feticcio). Leggendo le pagine, si capisce perché Mingus possa essere additato come un modello inarrivabile di integrità artistica, per aver sempre detto ciò che pensava, suonato e composto senza compromessi esterni.
Per tutte le ragioni sopra citate, il libro in esame costituisce uno strumento rilevante per l'approfondimento di una personalità che ha radicalmente modificato il volto della musica afroamericana del '900. Chissà perché nella edizione italiana è stata sostituita la magnifica foto di copertina, che vedeva ritratto un inedito Mingus dallo sguardo sornione e divertito.
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