Aardvark Jazz Orchestra: Faces Of Souls

Si avvicina al cinquantesimo anno di attività l'Aardvark Jazz Orchestra, fondata nel 1973 da Mark Harvey e ancora diretta dall'inossidabile trombettista, compositore e bandleader di Boston. In questo nuovo disco—il decimo pubblicato con la Leo Records e registrato live in varie occasioni—ritroviamo il consueto eclettismo della formazione, capace di passare da quadri in libera improvvisazione a concitazioni rock anche in uno stesso brano.

Per la verità stavolta i contrasti sono più smussati e tendono a prevalere compostezza delle forme e astratto camerismo, in quadri dalle linee rarefatte o austere. Il principale esempio è "Faces of Souls" una composizione lunga 17 minuti e ispirata al primo movimento dei "Three Places in New England" di Charles Ives. Stesso approccio caratterizza "Greta," composizione dedicata alla giovane attivista svedese e incisa in quintetto con Peter Bloom protagonista al flauto. Quest'ultimo lo ritroviamo in evidenza in "Lament For The City," altro brano d'impronta accademica, parte della suite "Healers of the Universe."

Episodi variopinti e ricchi di contrasti però non mancano: un contagioso funk groove caratterizza "Siyphus" e sostiene l'estroversa chitarra elettrica di Richard Nelson e lo scontro sassofonistico di Michael Heller e Arni Cheatam; l'iniziale "Meldtown" coniuga invece libera improvvisazione free con quadri d'astratto camerismo. La composizione più tradizionale è "Consecration": dopo i primi quattro minuti in libero interplay emerge un bell'omaggio alla tradizione orchestrale mainstream con gli interventi di Arni Cheatham al sax contralto e Bill Lowe al trombone basso.

Un disco come sempre d'ottimo livello, per un'orchestra meritevole di maggiori ricoscimenti.

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