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Esther Flückiger - John Wolf Brennan: Twin Keys - Tarkus and Other Live Love Stories
ByPer una volta, i concerti della rassegna Atelier Musicale abbandonano la loro sede storica, la Camera del Lavoro, e si trasferiscono al Quasi Capolinea. Locale dal nome suggestivo. Per decenni, il Capolinea è stato il più importante jazz club di Milano, casa e punto di ritrovo di jazzisti milanesi e di passaggio in città.
Impossibile fare confronti tra il Capolinea di allora e il Quasi Capolinea di oggi. Sono diversi i luoghi, gli spazi, le persone di riferimento, i tempi, il contesto. È però sufficiente il nome, Capolinea, per farsi prendere da un pizzico di nostalgia canaglia.
E la nostalgia per un'epoca gloriosa ormai scomparsa era anche al centro del concerto dei Twin Keys, al secolo i pianisti Esther Flückiger e John Wolf Brennan, intitolato Tarkus and Other Live Love Stories. Tarkus è un ovvio richiamo agli Emerson Lake & Palmer. La storia d'amore è quella, inevitabile per chi ha vissuto gli anni '70 in presa diretta, con il progressive. Rock fatto da musicisti veri (altro che le rockstar di oggi!), LP che erano veri e propri concept album, copertine che erano autentiche opere d'arte.
Programma del concerto, musiche dei King Crimson, Emerson Lake & Palmer, Genesis, alternate a composizioni originali - per lo più intermezzi e miniature - degli stessi Flückiger e Brennan che si sono cimentati non solo con il pianoforte, ma anche con synth e harmonium indiano (la Flückiger) e melodica (Brennan).
L'interpretazione dei brani era ovviamente molto libera, ed attingeva abbondantemente sia a tecniche jazzistiche (improvvisazione e interplay) che, soprattutto, a modalità eurocolte (strutture seriali, variazioni, piano preparato). Il tutto eseguito in modo sempre molto controllato e sospeso. Se da un lato ciò ha permesso di apprezzare le notevoli doti strumentali dei due pianisti, dall'altro ha lasciato una vaga sensazione di incompiutezza. Sensazione peraltro rafforzata da altrettanta sospensione ed incompiutezza - sia pure voluta e in qualche modo ricercata - nell'elaborazione dei brani e dei loro spunti tematici.
Come una buona cena senza vino, è un commento che abbiamo colto tra il pubblico a fine concerto. A noi è venuta in mente, piuttosto, una metafora sessuale: concerto senza alcun dubbio molto interessante e piacevole ma, in quanto interruptus, non pienamente appagante.
Visita i siti di Esther Flückiger e John Wolf Brennan.
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