Sergio Armaroli, Evan Parker: Dialog

Album molto singolare, questo di Sergio Armaroli e Evan Parker: pensato inizialmente come improvvisazione dal vivo da registrare in studio durante la prevista tournée italiana 2022 del sassofonista britannico, trasformatosi poi in duetto a distanza dopo la cancellazione della sua trasferta, si è alla fine concretizzato come un call and response, visto che Parker non si trovava a proprio agio nel dialogo diretto a distanza. Così, Armaroli ha registrato sei brani improvvisati al vibrafono e li ha inviati all'amico inglese, che ha a sua volta realizzato delle registrazioni dopo l'ascolto di ogni brano, con l'esclusione del sesto, molto lungo (oltre ventisei minuti), il quale —scrive nel libretto —«era così ricco e pieno che ho pensato che la risposta migliore fosse il silenzio».

I sessantasette minuti di musica del CD sono perciò suddivisi in undici tracce: sei "Two Rooms One Vibraphone," cioè le improvvisazioni di Armaroli, e cinque "Response," ovvero quelle di Parker, che si alternano l'un l'altra. L'impressione destata dall'ascolto è che il lavoro del vibrafonista sia assai più meditato e attento delle "risposte" del sassofonista, poiché Armaroli propone un materiale più vario e più ricco —sia in ciascuna traccia, sia nel loro susseguirsi —di quello presentato da Parker: nel primo variano ritmi e tempi, si intrecciano contemporanea e jazz, si alternano intensità e rarefazione, i colori e i timbri sono vari e contrastanti, e anche le durate sono più ampie (da oltre tre minuti a quasi nove, oltre l'ultimo lungo brano); nel secondo le forme sono sempre le medesime —la classica modulazione parkeriana in respirazione circolare —e si avvalgono soprattutto della ricchezza timbrica che il sassofonista è capace di produrre, ma la varietà complessiva è piuttosto ridotta, così come la durata dei brani (non si arriva mai ai tre minuti).

L'esito di tutto questo è la marcata sensazione di un "non-dialogo," in contrasto con il titolo dell'album: i due artisti sembrano non comunicare e il susseguirsi dei brani appare come una mera rassegna dei loro soli, presentati in modo alternato. Ciascuna delle due serie ha il suo fascino, ovviamente, perché entrambi gli artisti hanno grandi personalità e inventiva, ma complessivamente le due performance appaiono tra loro scollate. Il che toglie un po' di valore all'album dal punto di vista progettuale, ma lascia intatta la qualità della musica che, per entrambi gli artisti, è interessante e godibile.

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