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Daniele Di Maglie: La mia parte peggiore

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Daniele Di Maglie: La mia parte peggiore
"Finché le gambe mi permettono di fuggire, finché le braccia mi permettono di combattere, finché l'esperienza che ho del mondo mi permette di sapere che cosa devo temere o desiderare, niente paura: posso agire. Ma quando il mondo degli uomini mi costringe ad osservare le sue leggi, quando il mio desiderio si scontra col mondo dei divieti, quando mi trovo imprigionato, mani e piedi, dalle catene implacabili dei pregiudizi e delle culture, allora tremo, gemo, piango."

L'incipit delle note di copertina che accompagnano La mia parte peggiore del cantautore Daniele Di Maglie è affidato, non a caso, alle parole di Henri Laborit, tra i maggiori biologi e filosofi del comportamento umano.

Undici brani dal tono intimo, solo a tratti malinconico. Parole dal potere evocativo, dense, asciutte e prive di inutili orpelli, piene di luce, che non "bleffano."

"Vennero un prete e quattro assassini, dodici madri e i loro bambini/Ladri, poeti, indovini, un poliziotto, sette aguzzini/Mani sporche d'inchiostro e matti e nani da circo/Mi circondarono e dissero in cerchio/Aprite il fuoco..." Recita il primo verso della canzone perno del disco intitolata "Aprite il fuoco" un fiume di parole cariche di idee, temi, che migrano nell'incedere della melodia creando un impasto timbrico eterogeneo, coerente ed originale. Il tappeto sonoro affidato al pianoforte apre la strada ad un'atmosfera armonica cesellata con cura dalla chitarra, dalla batteria, dal basso e dalla fisarmonica. Quasi un walzer del disincanto, che però non dimentica la bellezza della composizione musicale, con il suo percorso armonico, il disegno melodico, le movenze e gli accordi ritmici.

L'aria dolce di maestrale che pulisce il cielo si fa sentire nei ricordi vividi del brano "Violini di Chagal": "C'era il vento sulle case ed un manipolo di spose/Il cartomante con le rose/il mendicante con le accuse/Il sagrestano con un gatto e con un diavolo nel petto/Le candele erano accese/Le candele erano accese/."

Le ragioni millenarie della parola amore e della sua fortuna le ritroviamo, invece, nell'ultimo brano, "La mia parte peggiore": "Io vorrei congedarmi da questa mia faccia/e dal peso che c'ho sulle braccia/ E vorrei cancellare i percorsi insidiosi/che mi portano sempre alla fine del cielo/E così ritrovare la mia parte migliore/Io vorrei congedarmi dal tuo modo di fare/dalle notti che passo a pensare/E vorrei rinunciare alle ipotesi fatte/per paura che non si possa tornare/E così perdonare la mia parte peggiore..."

Si scorge, nel complesso, un grande lavoro di adattamento delle parole alle cadenze musicali, tecnica compositiva approntata particolarmente complessa con la lingua italiana, che possedendo poche parole tronche e per la maggior parte sdrucciole, scarsi dittonghi e consonanti poco elastiche, si dimostra poco ritmica. Così i testi delle canzoni definitivamente adottati mai privi di immagini efficaci ed eloquenti, liberano l'immaginazione di chi ascolta. L'autore utilizza, quindi, il filtro del ricordo, la rievocazione, sempre più vaga e sfumata, di immagini, tonalità, ritmi, colori, inevitabilmente cangianti.

Daniele di Maglie stupisce e continua a sognare nel disincanto, creando via via una forma canzone quasi esteriorizzata cui si partecipa anima e corpo.

Track Listing

Chiedimi perdono; Violini di Chagall; Indiani e generali; Rosabella; Aprite il fuoco; Come fa il cormorano; Quando torno a casa; Ho sentito; Ti renderò felice; Il ragazzo di Sirte; La mia parte peggiore.

Personnel

Additional Instrumentation

Serena Di Lecce: voice; Ilaria Stoppini: voice; Alessandro Pipino: Moog, Rhodes, organ, theremin; Francesco Valente: steel guitar; Fabio Losito: violin; Dario Di Lecce: electric bass.

Album information

Title: La mia parte peggiore | Year Released: 2018 | Record Label: Digressione Music


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