Jon Gordon: Currents

Fra i dischi più interessanti di Jan Gordon c'è sicuramente da mettere questo Currents del 1998. Dopo un paio di incisioni per la Criss Cross in cui spiccano Mark Turner e Tim Hagans come ospiti, cambia la rotta di marcia insieme alla casa discografica arrivando alla Double Time e ad un jazz che ha le proprie radici nel genere modale. Per l'occasione sceglie due gruppi, uno con il chitarrista Ben Monder e l'altro con il pianista Ed Simon, facendosi accompagnare pure dal percussionista Adam Cruz così da dare qua e là un tocco più latino. La sua maturazione come strumentista la si puó ascoltare appunto nel modo in cui gestisce le situazioni con i due quartetti. Anche come compositore ascoltiamo dei brani di tutto rispetto insieme alla libera improvvisazione di "Intention" in cui è al sax soprano.

Già alla sua uscita l'album ha avuto un notevole risonanza ricevendo quattro stelle da parte della rivista statunitense Down Beat ed a distanza di anni lo si ascolta come se fosse stato inciso ieri, in un linguaggio, il modern mainstream, che è patrimonio di tanti musicisti più o meno giovani. Quello che lo differenzia dagli altri è la classe esecutiva e la convinzione assoluta in quello che si fa da parte dei musicisti. Anche Bobby Watson, che lo ha ascoltato durante il "Thelonious Monk Award" prende la parola nelle liner notes scrivendo: "I expect him to be a major voice in his instrument bacause he has the vision and the confidence to make it happen". Gli ultimi album , Contrasts e The Things You Are(insieme alla decisione di documentare la musica su una propria label) hanno confermato quelle affermazioni.

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