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Avion Travel
ByTeatro Strehler - Milano - 16.04.2007
Cosa hanno in comune Paolo Conte, il Maestro, come lo chiama sempre Servillo, e gli Avion Travel?
Forse nulla. Astigiano il primo, napoletani i secondi. Asciutto ed austero il primo, teatrali e guasconi i secondi. Chansonnier solo con il suo pianoforte il primo, piccola orchestra (come amano vezzosamente definirsi) i secondi.
O forse tutto: entrambi infatti non scrivono semplicemente canzoni. Raccontano storie, frammenti di vita, vissuta realmente o forse semplicemente sognata. E quando la storia è buona, ci sono mille modi di raccontarla, mille modi di interpretarla.
Gli Avion Travel recuperano allora le canzoni del Maestro, alcune celeberrime, altre meno frequentate, e se ne riappropriano in modo profondo. Il dialetto astigiano si tinge di partenopeo, le atmosfere padane di Conte acquistano colori popolari, circensi, rock, pop, jazz (a percussioni e marimba c'è Daniele Di Gregorio), in quel caleidoscopio di generi che da sempre caratterizza gli Avion Travel.
Il concerto procede in un'atmosfera di festosa ironia, tra guizzi teatrali e molta buona musica. In scaletta i brani di Conte (dalle deliziose e vagamente brasiliane “Aguaplano” e “Sijmadicandapajiee” all'ironica “Spassiunatamente”, da “Danson Metropoli” che dà il titolo all'ultimo album del gruppo a “Elisir”, nel disco cantata da Conte, Servillo e Gianna Nannini) si alternano ai cavalli di battaglia della Piccola Orchestra (“Sentimento”, “Abbassando”, “Aria Di Te”, forse la miglior canzone del gruppo, qui proposta in una versione intima e cameristica), passando attraverso il “Giudizio Di Paride”, brano scritto dal Maestro appositamente per gli Avion Travel, per eseguire il quale Servillo teatralmente, ma anche rispettosamente, indossa la giacca.
Numerosi bis e finale con i musicisti in trionfo, mentre le note di “Sijmadicandapajiee” accompagnano l'uscita del pubblico dal teatro.
Foto di C. Cicardini
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