Ben Monder: Day After Day

Ben Monder, classe 1962, chitarrista attivo da oltre 30 anni nell'area di New York, confeziona un doppio cd di sole covers che conquista al primo ascolto.

Il primo album è suonato da Monder in completa solitudine alternando composizioni di ogni genere, da "Dreamsville" di Henry Mancini a "O Sacrum Convivium" di Olivier Messiaen, da "The Windows of The World di Burt Bacharach" a "The Midnight Sun Will Never Set" di Quincy Jones. Nel secondo è accompagna da Matt Brewer al basso e Ted Poor alla batteria. Anche in questo, il repertorio è super eclettico con brani di John Barry, George Harrison, Jimmy Webb, Bon Dylan e altri.

I brillanti e soffici "affreschi" elettrici di Monder incantano per il loro "suono inconfondibile," creato ad arte grazie a una speciale accordatura, delineando melodie quasi impalpabili. Tra i brani in solo spicca la cover di "Emily," brano scritto da Johnny Mandel e Johnny Marcel, dove Monder mette in mostra la sua incredibile tecnica di fingerpicking non ortodosso ornando il tema centrale di inquiete stratificazioni e linee melodiche indipendenti. Non meno interessanti le covers suonate in trio, a partire dalla quasi irriconoscibile "Galveston" di Jimmy Webb che Monder reinterpreta piazzando, nel bel mezzo del tranquillo incedere del brando, uno splendido e affilatissimo assolo rock.

Non meno sorprendente è la versione in stile Soundgarden di "Goldfinger" di John Barry con un Monder scatenato dispensatore di riff lancinanti e cosmici. Quasi ulla stessa lunghezza d'onda anche un irriconoscibile "Day After Day" dei Badfinger, brano che dà il titolo alla raccolta, stravolta da un violento effetto "drone metal."

Album della settimana.

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