Paul Bley - Franz Koglmann - Gary Peacock: Annette

Ne discende un percorso assai composito di grande libertà formale, che prendendo le mosse da un astratto camerismo si risolve in un fantastico gioco simbiotico tra i tre strumenti. È un gioco ora etereo ora impalpabile che accenna, allude e spiazza continuamente le attese dell'ascoltatore con continue sorprese musicali.

Sospese e liriche, le composizioni originali sono improntate ad un delizioso gioco di sottrazione musicale che pur mirando all'essenziale vive di un felice quanto libero scambio di idee oscillante senza soluzione di continuità tra l'esplosione della forma atematica e il più toccante melodismo. Lirico ed al tempo stesso brumoso, il pianista canadese è un maestro nei continui cambi di dinamiche elevate a suprema cifra espressiva della propria magistrale arte.

Non è un disco di facile ascolto, interpretabile come un audace sfida a superare le ovvietà del mercato discografico e sottrarsi alle superficiali gabbie stilistiche della contemporaneità. Tuttavia esso contiene un'ora di meravigliosa musica iconoclasta, che si sviluppa rigorosamente nel segno di una lucida poetica. È una musica che ha un'anima (cosa oggi alquanto rara), che risponde alle esigenze del cuore e va assaporata con lentezza ed ascolti ripetuti, nella sua incantevole vertigine.

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