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Aldo Bagnoni

Born in Bari (Apulia, South Italy) in 1960, mainly self taught, he also studied briefly with Franco Lorusso (ex I.S.M.J. Parma) and frequented clinics with Andrea Centazzo, Pierre Favre and Ettore Fioravanti. From 1983 on he played in concerts, festivals and recordings with Stefano Battaglia, Tim Berne, Linda Bsiri, Roberto Cecchetto, Eugenio Colombo, François Corneloup, Daniele D’Agaro, Paolo Damiani, Stefano De Bonis, Furio Di Castri, Paolo Fresu, Michel Godard, Robin Kenyatta, Nguyên Lê, Claudio Lugo, Maurice Magnoni, Augusto Mancinelli, Gavino Murgia, Stefano Pastor, Mar io Raja, Yves Robert, Boris Savoldelli, Louis Sclavis, Daniele Sepe, Achille Succi, John Surman, Claude Tchamitchian, Bruno Tommaso, Pietro Tonolo, Gianluigi Trovesi, Massimo Urbani, Cristina Zavalloni, John Zorn and many others. Between the founders of D olmen Orchestra directed by Nicola Pisani, he recorded in 2000 and 2001 for Leo Records “Sequenze Armoniche” and “Minotrauma”, about gregorian music as well as Frederich Duerrenmatt’s work. In these years, until 1998, he also worked as a session man in th e field of ethno rock, playing in Italy and Greece mainly with X Darawish group Originally mainly a performer researching about his instrument, after 2000 he started composing. He’s president from 2008 on of Phonetica Association, founding and directing until 2011 Phonetica Jazz Festival in Maratea (Basilicata, South Italy). From 2012 until today he worked mainly in Apulia and Basilicata in several groups and medium ensembles, like Collettivo Casa Cava, with whom he played a work written by Bruno Tommaso for Matera city, who was also presented in Materadio RAI radio festival in 2016. In 2019 he founded his brand new quartet, The Connection, and recorded the first work of this project, based on his own music and arrangements. The work has been published i n 2020 on Alfa Music label, with a wide consent from press and critique. From 1984 to 1996 he was also a musical journalist and critic, writing on italian newspaper and magazines, like Jazz, Blu Jazz, Fare Musica and Musica Jazz. He also wrote a brief ess ay on Jazz history for Niccolò Piccinni’s Music Conservatorium in Bari (in the volume “Le altre musiche”). Poetry writer, in 1990 he published “Bebop dell’animo”, and he made several jazz & poetry shows with his own texts (“Love is a Dangerous Necessity”, “Comment...?”), and with other authors, like Boris Vian “(“Comotive ou zoizillon”). In 2013 he wrote for Matera “Esorcismo ermetico”, a piece between theatre and guided improvised music, when the city presented itself as European Capital of the Culture fo r 2019.

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Album Review

Aldo Bagnoni: The Connection

Read "The Connection" reviewed by Neri Pollastri


Un quartetto di musicisti pugliesi, perlopiù poco noti ma di grandi qualità, diretti dall'esperto batterista Aldo Bagnoni, danno vita a questo lavoro in cui leggerezza e swing si legano con semplicità a una considerevole fantasia improvvisativa. I brani, tutti a firma di Bagnoni, si basano su un robusto ed elaborato lavoro affidato alla ritmica, nella quale il leader è affiancato dal contrabbassista Giampaolo Laurentaci, ai quali spesso si aggiunge a supporto il piano di Mauro Tre; l'esposizione dei ...

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• “pezzi originalissimi e ariosi, che parlano la lingua del presente” (Paolo Romano, L’Espresso) • "un lavoro maturo, curato in ogni dettaglio, che quanti siano avvezzi alla frequentazione del jazz troveranno all'altezza della migliore produzione attuale” (Rosamaria Fumarola, Il SudEst.it) • “un linguaggio strumentale completo e maturo, se ne apprezza la felice vena compositiva” (Ugo Sbisà, La Gazzetta del Mezzogiorno) • “un viaggio straordinario senza confini spazio-temporali” (Francesco C. Verrina, Audiophile Magazine) • “c’è tanta musica scritta e arrangiata con meticolosità compositiva” (Marco Campea, IconaCulturale.it) • “un album che indubbiamente possiede le stigmate del migliore, o comunque tra i migliori, dell’anno” (Roberto Dell’Ava, Traccedijazz.it) • “un disco in grado di parlare la lingua di oggi e, in un certo senso, di anticipare il futuro” (Serafino Paternoster, La Gazzetta del Mezzogiorno) • “muovendosi nelle linee guida del jazz contemporaneo risulta al tempo stesso anche molto personale e originale” (Eugenio Mirti, Jazzespresso.it) • “un esempio di filante comunicativa e di intensità dialogica tra quattro musicisti espressa al meglio” (Guido Festinese, Audio Review) • “un disco di inaudita freschezza musicale e compositiva, che attualizza decenni di jazz” (Flavio Caprera, Jazz Convention) • “una realizzazione che non ha alcun timore a distaccarsi dalle mode oggi prevalenti” (Gerlando Gatto, Online-jazz.net) • “drummer Aldo Bagnoni addresses the isolation of social distancing with a beautiful answer: human connection” (Debbie Burke, debbieburkeauthor.com) • “musica di grande classe, fondata sull’intesa e sul valore di una reale ‘connection’” (Fabrizio Versienti, Corriere del Mezzogiorno) • “un articolato percorso artistico che tocca generi e stili molto diversi” (Fiorella Sassanelli, La Repubblica Bari) • “frutto di una lunga e accurata ricerca di Bagnoni sul lavoro di composizione” (Maurizio Spennato, Soundcontest.com) • “il leader ha scrittura comunicativa, drumming sontuoso ed elegante” (Luigi Onori, Alias/Il manifesto) • “un’ora abbondante che scorre con gusto e leggerezza” (Mattia Mei, Musicoff.com) • “la maturità artistica degli interpreti non priva l’album di freschezza espressiva e aria di novità” (Laura Mancini, Moozart.it) • “una musica che parla una lingua espressiva con un repertorio di episodi sofisticati che si 'spalancano' ad ogni ascolto” (Giuseppe Maggioli, Windout) • “Bagnoni ci offre un album di grande spessore, di grande significato” (Andrea Infusino, Jazzreviews.it) • “un album a cavallo tra jazz e world music pieno di incursioni interessanti nelle tradizioni musicali del Sud” (Andrea Infusino, Indygesto.com) • “suoni struggenti e febbrili, che raccontano un disagio che ben rappresenta l'attualità” (Emanuele Cinelli, musicistanonimo.blogspot.com) • “suoni di ricerca, un numero infinito di spunti ritmici, un’intelligente esplosione di creatività” (Fabrizio Ciccarelli, romainjazz.it) • “un altro, ennesimo capitolo che ci racconta come il jazz italiano sia più che mai vivo e vegeto in tutte le sue declinazioni” (Alessandro Nobis, ildiapasonblog.wordpress.com)

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