Home » Articoli » Album Review » Jason Moran: From the Dancehall to the Battlefield

Jason Moran: From the Dancehall to the Battlefield

By

Sign in to view read count
Jason Moran: From the Dancehall to the Battlefield
Uscito il primo gennaio 2023 su Bandcamp, questo album di Jason Moran, per il suo concept, per la varietà e la ricchezza, per il modo in cui fonde radici storiche e modernità è probabilmente da considerare il disco dell'anno.

Il suggestivo titolo From the Dancehall to the Battlefield sintetizza la storia del mitico musicista a cui è dedicato: James Reese Europe, compositore, arrangiatore e direttore d'orchestra nero, nato a Mobile, in Alabama, nel 1881, e trasferitosi prima a Washington —dove studiò violino con il nipote del grande Frederick Douglass, politico afroamericano pioniere dei diritti del popolo nero —e infine a New York, ove nel 1910 dette vita ad Harlem al Clef Club, associazione di musicisti neri che arrivò a raccoglierne ben centoventicinque, operando come organizzazione artistica e sindacale, e la cui Orchestra nel 1912 fu la prima big band afroamericana a esibirsi, da lui diretta, alla Carnegie Hall.

Europe fu anche il primo artista nero ad avere un contratto discografico (nel 1914, con la Victor) e divenne un protagonista della musica da ballo, che in quegli anni imperversava a New York, prima di decidere di arruolarsi nell'esercito americano durante la Prima Guerra Mondiale. Conoscendone le qualità artistiche, l'esercito gli assegna un budget per realizzare una banda militare, con la quale sbarca in Francia e si presenta con una versione riarrangiata de "La Marsigliese," suscitando entusiasmo. The Harlem Hellfighters —così verrà chiamata la banda militare del 369° Reggimento di fanteria che dirigerà durante la guerra sul fronte francese —non farà solo musica, ma si distinguerà anche in battaglia, rientrando infine trionfalmente a New York al termine della guerra. Qui poco dopo, nel 1919, Europe verrà purtroppo tragicamente ucciso durante una lite da un suo batterista —che peraltro in seguito si occuperà di tramandarne l'opera.

A Europe —che il pianista Eubie Blake definì "il Martin Luther King della musica" —in occasione del centenario della fine della Grande Guerra Moran ha dedicato uno spettacolo e un film, del quale adesso presenta a parte le splendide musiche, realizzate pescando da alcuni brani del compositore, ma anche da storici musicisti dell'epoca —su tutti W.C. Handy, ma anche George L. Cobb e Shelton Brooks —e perfino da artisti ben più tardi, quali Albert Ayler e Geri Allen, oltre comporre lui stesso tre brani. Ma ciò che è decisivo in questo splendido lavoro sono soprattutto due cose: lo spirito con cui viene realizzato e il modo in cui è arrangiato.

Il primo lo si percepisce bene nella traccia d'apertura: firmata da Moran, è un talking che narra la storia di James Reese Europe sopra una musica in crescendo dal contagioso piglio eroico, che avvia il lavoro con un entusiasmo che non lo lascerà più, anzi, che si concluderà con una "For James" —anch'essa firmata da Moran —cantata in coro a mo' di celebrazione finale.

Gli arrangiamenti, invece, sono un vero capolavoro della "tradizione in movimento," che costituisce uno degli stigmi del jazz: il ragtime, le marce utilizzate al fronte e i ritmi inizio Novecento vengono infatti fatti rivivere assieme a stilemi contemporanei e persino composti in medley con brani di autori ben più tardi. È il caso di "Russian Rag," che parte come la marcia originale ma si trasforma in un contemporaneo assolo di piano, o di "Darktown Strutter's Ball," che prima vira verso il funky, poi si trasforma in avanguardia tra il minimalismo e il free. Per non parlare di "Ballin The Jack" —prima interpretato dal piano di Moran in modo modernissimo, poi addirittura innestato in "Feed the Fire" di Geri Allen —o del traditional "Flee as a Bird to Your Mountain," che gli Harlem Hellfighters suonavano per commemorare la caduta dei commilitoni e che qui viene sposato nientemeno che a "Ghost" di Albert Ayler, altro musicista che suonò nelle bande militari.

E ancora, il blues delle origini nel trittico di Handy ("Memphis Blues," "St. Louis Blues" ed "Hesitating Blues") rielaborato in una forma che non lascia spazio a critiche di arcaicità; un vivacissimo arrangiamento di "That Moaning Trombone" di Carl Bethel e Sandy Coffin a seguito di un brano elettroacustico di Moran che potrebbe stare nel suo recente Refract, realizzato con BlankFor.ms e Marcus Gilmore; la "meditazione sul respiro" di Pauline Oliveros, "Zena's Circle," che intercala "Castle House Rag," il ballo che Europe scrisse per due danzatori, e il conclusivo brano celebrativo, che Moran "monta" facendolo cantare anche a un gruppo di spettatori tedeschi.

Il tutto, si badi, con una coerenza, una nitidezza di suoni, una perfezione esecutiva —oltre ai suoi Bandwagon, ossia Tarus Mateen al contrabbasso e Nasheet Waits alla batteria, splendidi tutti i fiati, con una menzione speciale a Logan Richardson per la sua interpretazione in "St. Louis Blues"—che fanno di questo lavoro qualcosa di assolutamente speciale.

Album della settimana e, appunto, la migliore cosa ascoltata nel 2023.

Track Listing

From the Dancehall to the Battlefield; Ballin the Jack / Feed the Fire; All of No Man's Land Is Ours; Russian Rag; Darktown Strutter’s Ball; Flee as a Bird to Your Mountain / Ghosts; Drop (Tear); That Moaning Trombone; Memphis Blues; St. Louis Blues; Hesitating Blues; Clef Club March; Castle House Rag; Zena's Circle; For James.

Personnel

Logan Richardson
saxophone, alto
Brian Settles
saxophone, tenor
Darryl Harper
clarinet
Additional Instrumentation

Chris Bates: trombone; Jose Davila: tuba

Album information

Title: From the Dancehall to the Battlefield | Year Released: 2023 | Record Label: Yes Records


Comments

Tags


For the Love of Jazz
Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who create it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

You Can Help
To expand our coverage even further and develop new means to foster jazz discovery and connectivity we need your help. You can become a sustaining member for a modest $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination will vastly improve your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Popular

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.