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Premio Internazionale Massimo Urbani 2023

Premio Internazionale Massimo Urbani 2023

Courtesy Luciano Serafini

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Premio Internazionale Massimo Urbani 2023
Camerino
Auditorium Benedetto XIII
1-2.7.2023

Trent'anni fa, il 23 giugno 1993, moriva Massimo Urbani, nella disperata solitudine di una Roma d'inizio estate. Trent'anni compie ora Massimo Amadori, nato a Bologna un paio di settimane dopo, figlio del sassofonista e di Valentina Amadori. Massimo Jr, assieme allo zio Maurizio Urbani, tenorista e fratello minore del più famoso contraltista, sono ormai una presenza abituale al Premio Internazionale Massimo Urbani, fondato nel 1996 dal compianto Paolo Piangiarelli. Il Premio, nato ad Urbisaglia, si svolge dal 2004 a Camerino, sotto l'egida dell'Associazione Musicamdo Jazz presieduta da Daniele Massimi, con il supporto del Comune e dell'Università locale.

Va segnalato innanzi tutto che l'occasione del trentennale della scomparsa del jazzista dedicatario, rimasto come uno degli improvvisatori più vulcanici del panorama italiano, ha dato il via ad un paio di iniziative editoriali di grande rilievo. La Red Records ha pubblicato il CD Massimo Urbani Quintet 30, che riporta un concerto tenuto alla Tavernetta Sampieri di Bologna nel dicembre 1981. Cinque degli standard più amati dal leader funzionano da trampolino di lancio per i suoi assoli visionari, di un'urgenza creativa indifferibile, carichi di deviazioni sonore deformanti ed espressive; un'improvvisazione drammatica la sua, che sarebbe limitativo definire boppistica e che difficilmente è stata eguagliata dai suoi epigoni negli anni successivi. La seconda iniziativa consiste nella pubblicazione, avvenuta nell'inverno passato, del libro Philology Jazz Records, voluto da Cristiana Piangiarelli, figlia di Paolo, e coordinato da Roberto Arcuri. Il volume, molto ricco sotto l'aspetto iconografico, con foto storiche di Carlo Pieroni e copertine di dischi, in primis della Philology ma anche di altre attivissime case discografiche italiane degli anni Settanta, è completato dal catalogo completo dell'etichetta e da ricordi e interviste a famosi jazzisti italiani.

Giunto alla ventisettesima edizione, il Premio Internazionale Massimo Urbani ha l'obiettivo di scoprire e valorizzare la spontaneità improvvisativa ed espressiva di talenti del jazz senza porre limiti di età e di provenienza. Come nelle passate edizioni i dieci finalisti di quest'anno, tutti nati fra il 1997 e il 2003, si sono misurati con due standard più o meno noti, da loro scelti ed eseguiti con il sostegno di un'unica sezione ritmica formata dal pianista Alessandro Lanzoni, uno dei due vincitori del Premio nel 2006, Gabriele Pesaresi al contrabbasso e l'inossidabile Massimo Manzi alla batteria. Se non fosse stato per la partecipazione di due vibrafonisti, raramente presenti in passato, la gamma degli strumenti rappresentata era piuttosto limitata: due chitarristi, due cantanti e quattro contraltisti. Nel complesso non è una convenzione sostenere che il livello tecnico ed interpretativo di quest'anno era elevato e che i vari premi assegnati si sono concentrati sulle personalità più valide e mature. La cantante Perla Palmieri, dalla vocalità ottimamente impostata e interprete sofisticata, ha vinto il Premio Social e la borsa di studio a Nuoro Jazz, mentre l'altra borsa di studio, al Fara Music Summer School, è stata assegnata a Edoardo Cimino, chitarrista dotato di una diteggiatura sgranata e concatenata con senso logico.

La giuria ufficiale, presieduta da Francesco Cafiso—un altro vincitore del Premio, a cui partecipò giovanissimo nel 2001—e completata dai già citati Daniele Massimi, Alessandro Lanzoni, Gabriele Pesaresi, Massimo Manzi e Maurizio Urbani, ha scelto di assegnare il terzo premio ex aequo: al chitarrista Gianmarco Ferri, dal fraseggio nitido e veloce, e al contraltista israeliano Igor Senderov, un esponente del mainstream di solida preparazione. Il vibrafonista Vitantonio Gasparro e il contaltista Lorenzo Simoni sono stati rispettivamente il secondo e il primo classificato; sono appunto questi due strumentisti che a mio parere meritano un'attenzione particolare. Gasparro si è aggiudicato anche il Premio del Pubblico e il Premio della giuria della Critica, formata da Fabio Ciminiera di Jazz Convention, Massimiliano Viti, giornalista del Corriere Adriatico, Giancarlo di Napoli, presidente di Ancona Jazz, e dal sottoscritto in rappresentanza di All About Jazz Italia: il vibrafonista ha dimostrato una leggerezza elegante e swingante, elaborando un linguaggio arabescato di grande classe. Il primo assoluto, Lorenzo Simoni, ha avuto l'intelligenza di collegare senza interruzioni la ballad iniziale al tempo veloce del secondo brano, tracciando con gusto e tecnica smaliziata un percorso che sembrava partire da Johnny Hodges per arrivare al free.

La serata di premiazione, che si è svolta il primo luglio, è stata preceduta nel tardo pomeriggio dal concerto del vincitore della passata edizione, il sassofonista Antonio Ottaviano alla testa del suo Bright 6tet, che ha presentato i brani del disco inciso grazie all'opportunità avuta dal Premio. Il compatto e originale repertorio è stato affrontato con un interplay ben rodato, mettendo in grande evidenza come solisti il chitarrista Federico Brosio e il pianista Vittorio Solimene, oltre ovviamente al leader. Nella serata del 2 luglio, alla quale non ho potuto partecipare, la manifestazione ha previsto un concerto di Maurizio Urbani al tenore, affiancato da Alberto Napolioni al pianoforte, Enrico Manulli al contrabbasso e Roberto Bisello alla batteria. A conclusione infine i musicisti della giuria—Cafiso, Lanzoni, Pesaresi e Manzi—si sono confrontati sul palco con i vari vincitori di questa edizione, ai quali va il nostro sincero augurio di intraprendere una continuativa e proficua professione jazzistica, sulle orme dei tanti nomi usciti da questa storica competizione: Rosario Giuliani, Alfonso Deidda, Gianluca Petrella, Nico Gori, Max Ionata, Julian Oliver Mazzariello, Fabio Giachino, Emilia Zamuner ...

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