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Marco Bardoscia Quintet al Teatro Ristori di Verona
Rassegna Jazz del Teatro Ristori
Verona
16.11.2023
Inaugurata il 14 settembre col trio Michael Blicher/Dan Hemmer/Steve Gadd, la nuova stagione jazz del Teatro Ristori ha ospitato il 16 novembre il recente progetto "Legnomadre" di Marco Bardoscia, che vede il clarinettista Gabriele Mirabassi e il percussionista Simone Padovani aggiungersi al consueto trio del bassista con William Greco al pianoforte e Dario Congedo alla batteria.
Da tempo partner di Paolo Fresu, nella cui etichetta Tŭk Music pubblica i lavori, il contrabbassista salentino ha presentato le composizioni dell'omonimo disco in un formato ridotto, senza l'apporto dell'Orchestra da camera di Perugia (e l'occasionale partecipazione di Mannarino). Il blend con le sottili trame cameristiche del disco era dunque assente ma la bellezza del jazz è proprio la creatività e nel concerto veronese il quintetto ha esaltato la componente ritmica e timbrica del progetto, coinvolgendo ampiamente il numeroso pubblico.
Legnomadre è la naturale prosecuzione del precedente album The Future Is a Tree e ne sviluppa gli assunti ecologici e la fragranza melodica, in un ricco connubio con pulsazioni ritmiche e timbriche latine. Da questa prospettiva il contributo di Mirabassi e Padovani ha confermato d'essere fondamentale: il clarinettista perugino è uno strumentista straordinario, che alla tecnica portentosa aggiunge il forte rapporto affettivo e professionale con la musica brasiliana. Padovani è un musicista eclettico con vasta esperienza nel jazz e nelle musiche etniche e la ricchezza del suo tappeto percussivo alle congas è stato centrale.
Il concerto veronese è iniziato con le tinte radiose del tema "Legnomadre" la cui melodia base era ripetuta dal contrabbasso con archetto sui contrappunti del pianoforte. Una breve esposizione che ricordava la dolcezza del coltraniano "After the Rain" seguita dall'ingresso sul palco di Mirabassi per l'esecuzione di "Peace": il brano s'è sviluppato da un quadro danzante col contrabbasso in primo piano ad un lungo assolo di pianoforte, per concludersi in modo ritmicamente brioso con l'intervento di Mirabassi.
Il concerto è proseguito con gli altri temi del repertorio discografico a partire da "Palo Santo," dove Mirabassi ha eseguito un lungo e immaginifico intervento, privilegiando il registro acuto dello strumento. Con un titolo preso a prestito da un libro del poeta Christian Bobin, "Abitare poeticamente il mondo" ha visto protagonista il sensibile William Greco, in uno sviluppo melodico divenuto struggente con l'aggiunta di Mirabassi.
Autore di quasi tutti i brani, Marco Bardoscia non si caratterizza solo come un solido strumentista ma emerge per le composizioni cantabili, dalla dolce e sottile malinconia. In un riuscito equilibrio tra momenti intimi ed estroversi i brani successivi hanno esplorato l'universo latino con gli esuberanti "Madeira" e "Otto il pirata." Il finale non poteva non comprendere "Lágrimas Negras" il brano di Miguel Matamoros che nel disco è interpretato dalla voce di Mannarino. Anche senza questi l'esecuzione non ha perso di fascino ed ha esaltato il pubblico che ha chiesto due bis.
La rassegna del Teatro Ristori prosegue il 31 gennaio 2024 con il quintetto di Maria Pia De Vito; il 13 febbraio con duo Bill Laurance / Michael League; il 17 marzo con il piano solo di Brad Mehldau; il 30 aprile con Gonzalo Rubalcaba e si conclude il 15 maggio con John Patitucci, Dave Weckl e Joey Calderazzo.
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Instrument: Bass, electric
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