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Ches Smith: Laugh Ash
ByLa singolare visione musicale del musicista americano è probabilmente frutto dell'impressionante serie di collaborazioni al suo attivo. Certamente lavorare con gente del calibro di Marc Ribot, Tim Berne, John Zorn, Bill Frisell, Nels Cline, Dave Holland, David Torn, Mary Halvorson, Terry Riley, Craig Taborn, Kris Davis, Trevor Dunn, John Tchicai, Xiu Xiu, Secret Chiefs 3, Theory of Ruin, Mr. Bungle, Mat Maneri e molti altri, lo hanno totalmente immerso offrendogli sostanziosi frutti nel campo della creatività e dell'introspezione.
È sicuramente per tutto ciò che accostamenti e istintive divergenze possano partorire singolari e a volte sconcertanti soluzioni sonore. Si parta anche dal titolo del disco Laugh Ash capace di suggerire immediatamente l'idea di una risata catartica capace di annullare ogni realtà: "Le risate autentiche arrivano senza preavviso provocando una fessura in cui il tempo si ferma. Se l'attacco di risate è forte, ci si può trovare al punto di disintegrazione" scrive Smith nelle note di copertina del nuovo lavoro.
Laugh Ash è un lavoro discordante da ogni luogo comune, capace di rastrellare molte cose del percorso artistico di Smith: le innovazioni del mentore Tim Berne e quelle di John Zorn, Nels Cline, Mary Halvorson o Kris Davis, i "tocchi" propri della musica classica contemporanea, i rimandi avant-rock di Mr. Bungle, Ceramic Dog di Marc Ribot o Xiu Xiu e persino echi minimalisti di Steve Reich, Philip Glass o Terry Riley... tutto inserito in una sorta di caos controllato in un mélange-cocktail indubbiamente sperimentale ma dannatamente affascinante e coinvolgente.
In alcuni attimi l'evoluzione sonora mozza il fiato e ti trovi a guardare il punto da dove sta uscendo la musica o la copertina del disco con aria interrogativa. Ma poi ti accorgi che il tutto fa parte del gioco paradossale ed intelligente di una personalità musicale "tanto attenta ai dettagli quanto ricca di ornamenti" così come fa notare Steve Futterman in un'attenta analisi della storia musicale del nostro sulle colonne del New Yorker.
Oltre a Smith alla batteria, all'elettronica e a una serie di percussioni, la "perfetta band" chiamata a raccolta dal leader comprende la vocalist Shara Lunon, la flautista Anna Webber, il clarinettista Oscar Noriega, il sassofonista James Brandon Lewis, il trombettista Nate Wooley, la violinista Jennifer Choi, il violista Kyle Armbrust, il violoncellista Michael Nicolas e il bassista/tastierista Shahzad Ismaily, ognuno una voce singolare, un compositore e/o un bandleader unico e a cavallo tra jazz, nuova musica e sonorità extra-generi.
Hip-hop, sonorità di quasi cinquant'anni fa, melodie cameristiche, escursioni free ed extreme metal per quanto -come scritto più sopra -sorprendenti, riescono ad amalgamarsi in atteggiamento magico e quasi mesmerico in una sorta di pulsante flusso sonoro solo all'apparenza estemporaneo. In due parole? "Un fiume della modernità" potrebbe rendere l'idea.
Probabilmente è solo grazie all'estrema attenzione ad un profondo senso del ritmo (per un batterista equivale ovviamente a giocare in casa) che lavori del genere possono vedere la luce. Non siamo agli stessi livelli dell'incredibile lavoro precedente ma poco di manca. Viva Ches Smith.
Album della settimana.
Track Listing
Minimalism; Remote Convivial; Sweatered Webs (Hey Mom); Shaken, Stirred Silence; The Most Fucked; Winter Sprung; Disco Inferred; Unyielding Daydream Welding; Exit Shivers.
Personnel
Ches Smith
drumsShara Lunon
vocalsOscar Noriega
clarinetJames Brandon Lewis
saxophone, tenorNate Wooley
trumpetJennifer Choi
violinKyle Armbrust
violaMichael Nicolas
celloShahzad Ismaily
bass, electricAdditional Instrumentation
Anna Webber: flute; Ches Smith: electronics, programming, vibes, tubular bells, glockenspiel, timpani, tam tam, metal percussion; Shahzad Ismaily: keyboards.
Album information
Title: Laugh Ash | Year Released: 2024 | Record Label: Pyroclastic Records
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Ludovico Granvassu
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