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Guido Michelone - 60 Jazzisti

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60 Jazzisti
Guido Michelone
pag.303
ISBN: 978-88-488-1574-1
Edizioni Lampi di Stampa
2014
Euro 21,00.

"Questi 60 non sono i jazzisti che più amo, né quelli che conosco meglio -scrive l'autore nell'introduzione- ma quelli di cui negli ultimi anni mi si è chiesto di scrivere, su differenti riviste, con intenti o scopi anche molto diversi."
Una raccolta degli scritti di Guido Michelone -docente al conservatorio di Alessandria, all'Università Cattolica e critico di lungo corso- è di per sé un buon motivo per leggere questo volume e la mancanza di un filo conduttore tra i ritratti non pregiudica la qualità e godibilità del testo.

Parliamo di ritratti e non di biografie perchè Michelone esce dallo schema classico e privilegia, di volta in volta, differenti aspetti del musicista in esame, consegnando al lettore un'istantanea nitida e significativa, che in poche pagine offre una sintesi piacevole ed esaustiva nei suoi tratti essenziali.

Invece di correre all'indice per controllare chi manca, consigliamo al lettore di seguire l'ordine dell'autore che alterna in modo apparentemente random, grandi protagonisti del jazz a figure meno note o di rilievo locale, americani o europei di tutti gli stili del passato e del presente. Il neofita troverà utilissime indicazioni, anche discografiche, leggendo i ritratti dei maestri (da John Coltrane a Miles Davis, da Charlie Parker a Sonny Rollins, da Count Basie a Stan Kenton). L'appassionato più esigente si concentrerà sui protagonisti contemporanei (Vijay Iyer, Marc Ribot), su figure ai confini del jazz come Sarah Jane Morris o Amy Winehouse oppure ne scoprirà alcune semisconosciute come Ibn Ali Hasaan, Eddie Rosner o Coco Schumann. Non mancano ovviamenti i jazzmen italiani da Stefano Bollani, Carlo Actis Dato, Gianni Basso, Massimo Urbani a nomi significativi -anche se meno noti- come Paolo Tomelleri e Gino Prandi.

Come abbiamo detto in ogni ritratto troviamo, combinati in modi sempre diversi, aspetti biografici, indicazioni discografiche, aneddoti e opinioni critiche sempre puntuali: abbiamo apprezzato in modo particolare quelli su Amy Winehouse, Giuseppi Logan, Eddie Rosner.
Nel volume c'è spazio per brevi citazioni, tratte da dichiarazioni o interviste di musicisti e non: alcun note altre meno, molte banali altre illuminanti (Bix Beiderbecke: "Una delle cose che mi piace del jazz, gente, è che non so cosa sta per succedere dopo"; Alessandro Baricco: "Quando non sai cos'è, allora è jazz") chiariscono l'ampia diversità di opinioni sulla musica afro-americana.

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