Lee Konitz / Martial Solal: European Episode / Impressive Rome

Come era logico attendersi, gli assoli vertiginosi del leader costituiscono il piatto forte di questa rilassata session imperniata sulla magistrale rilettura di alcuni classici boppistici, alternata da una condotta più libera ed informale in un paio di brani originali. Da “Anthropology” a “Stella By Starlight”, le interpretazioni del repertorio scelto assumono repentini cambiamenti di tema e di tonalità che mettono duramente alla prova la creativa ritmica franco-svizzera. Oltre a moltiplicare le linee melodiche suggerite da Konitz, in buona evidenza con una superba prova anche il pianista francese Martial Solal. Continui ribaltamenti di atmosfere mettono per l’ennesima volta in mostra l’avventurosa, frizzante statura espressiva dell’altosassofonista, con cui non è stato mai semplice suonare per i continui, fulminii cambi di registro, come ben dimostra la medley iniziale dell’opera.

Un breve cenno, infine, al contesto culturale che fa da cornice a questa incisione: è l’ottobre del 1968, che segna l’apogeo in Europa della politicizzazione del jazz e dei suoi protagonisti. Ne conseguì un calo di popolarità e di ingaggi per quanti (Konitz era tra questi) erano impegnati solo sul versante strettamente musicale e per giunta con un linguaggio classico. Considerando retrospettivamente questo clima culturale, l’espressività di Konitz fu più importante di quella di molti sedicenti avanguardisti nell’aggiornare l’estetica del jazz, con gli indispensabili aggiornamenti di fraseggio che oggi tutti noi gli riconosciamo.

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