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Roberto Ottaviano & Pinturas: A che punto è la notte

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Roberto Ottaviano & Pinturas: A che punto è la notte
Pinturas è la formazione "casalinga" di Roberto Ottaviano, quella che il sassofonista barese ha in piedi da anni e che condivide con artisti delle sue terre quali il chitarrista Nando Di Modugno, il contrabbassista Giorgio Vendola e il batterista Pippo D'Ambrosio. Una formazione che suona spesso, specie nei festival del meridione, e che di tanto in tanto registra album come questo A che punto è la notte, il terzo, nei quali documenta quanto sperimentato: in questo caso perlopiù composizioni originali, di tutti i propri membri (Ottaviano è qui autore di metà dei brani, ma ciascuno degli altri ne ha scritto uno), ma anche canzoni ascoltate da altri, come l'iniziale, bellissima "O silencio das estrellas," di Fatima Guedes, o la conclusiva "Avalanche," di Leonard Cohen.

Le atmosfere, all'insegna del titolo dell'album, sono tendenzialmente intime, ora malinconiche, ora scure, ma rimandano anche a una narratività nella quale il gusto mediterraneo incide, anche se lo fa in modo singolare: fin dal primo brano, infatti, è forte l'eco della musica degli Oregon, certo a causa dell'assonanza timbrica delle formazioni —Ottaviano vi suona esclusivamente il sax soprano e ne è certo il protagonista principale, ma anche Di Modugno, sebbene senza neppur provare ad avvicinare Ralph Towner, caratterizza il suono con gli arpeggi della sua chitarra —esemplare l'assolo.

Vi si percepisce un forte legame, che si manifesta anche in grande pariteticità, non solo perché Ottaviano, com'è nel suo stile, sta là davanti senza prevaricare, lasciando spazi ai compagni, ma anche perché questi ultimi hanno cose da dire e lo spazio lo occupano: si ascolti per esempio "The Moon Is Hiding Beyond Your Mouth," ove le belle linee del soprano quasi infiorettano due splendidi assoli di Vendola al contrabbasso e Di Modugno alla chitarra; oppure la splendida "Notturno indiano," a lungo dominata dall'intreccio tra contrabbasso archettato e chitarra, con Ottaviano che si limita ad abbellire e concludere, mentre D'Ambrosio è decisivo in propulsività. E anche laddove al sassofonista spetti maggiore spazio —come in "Scout," dalla lunga introduzione in solitaria, o "Avelanche," da lui interpretata per larghi tratti —il ruolo dei compagni non è mai da sidemen, anzi, il loro contributo serve a costruire una tessitura assai più ricca di quella di un semplice quartetto mainstream, risultando alla fine del tutto decisivo.

Un disco a suo modo semplice, di racconti, quasi uno "standard" del nostro jazz, ma suonato benissimo, che non appare "già sentito" perché i racconti sono freschi e originali, e perché tangibilmente fatto per autentica esigenza artistica degli autori e con un sentimento che si materializza all'esterno, oltre che nei suoni, nelle dediche al compagno di viaggio Rino Arbore, scomparso nel 2021, tanto del disco, quanto di "Like Tears from the Sky," che è una sfilata di assoli, quasi che ciascuno dei quattro, nessuno escluso, volesse portare la propria testimonianza alla memoria.

Album della settimana.

Track Listing

O Silencio das Estrellas; The Moon Is Hiding Beyond Your Mouth; Hermes; Pinturas; Boo; Notturno Indiano; You and the Night and the Words (Like Clouds); Like Tears from the Sky - To Rino Arbore; Scout; Avalanche.

Personnel

Roberto Ottaviano
saxophone, soprano
Giorgio Vendola
bass, acoustic

Album information

Title: A che punto è la notte | Year Released: 2023 | Record Label: Dodicilune


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