Zzolchestra: Zzolchestra

Intenzioni tradotte in un repertorio originale che richiama non troppo da lontano quelle che erano le derive stilistiche di Frank Zappa in certi suoi lavori con le Mothers, come nell'iniziale "Il segreto valzer di Alessia," un brano che si porta dentro una nutrita fetta di ironia, di leggerezza applicata con metodo e fantasia espressiva. Caratteristiche meno evidenti in "Alblues," pezzo intriso di profonda e radicata coscienza della tradizione afroamericana, mentre il successivo "Pasta e fagioli" lascia intendere un feeling di sicuro impatto con i suoni ancestrali del free, emanati dalla sezione fiati. Più "quadrata" e incasellabile la scelta ritmica che contraddistingue "Framartime," alla quale si contrappone "Vanda," un episodio fiabesco e rilassato che potrebbe chiamare in causa la psichedelia più visionaria e sognante.

Album di non semplicissima interpretazione; l'ideale dunque per chi ha voglia di incamminarsi in un sentiero che non sempre si risolve nel massimo della compiutezza, ma che può riservare momenti di estrema esaltazione.

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