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John Surman: Words Unspoken
ByLa cosa che colpisce maggiormente all'ascolto del disco è la profonda interazione tra i musicisti e la perfetta combinazione dei timbri dei loro strumenti. I dieci brani che compongono l'album sono tutti firmati da Surman, che ha fornito gli spunti musicali successivamente elaborati in maniera collettiva da tutti. La vena lirica che ha da sempre caratterizzato la musica del sassofonista è naturalmente ancora presente, affidata prevalentemente agli strumenti del leader che si alterna come suo solito tra sax soprano, sax baritono e clarinetto basso.
Surman è quasi sempre in primo piano, ma i suoi compagni non si limitano all'accompagnamento sullo sfondo, contribuendo attivamente alla creazione musicale interagendo costantemente tra loro e col sassofonista, in un continuo scambio di ruoli tra chitarra, vibrafono e sassofono col sostegno della batteria che definisce e delimita lo spazio sonoro. Emblematico a questo proposito il brano "Onich Ceilidh," forse il più bello dell'album: Luft apre con una frase ritmata e ripetuta alla chitarra, cui si uniscono subito vibrafono e batteria, a preparare l'ingresso del sax soprano che espone la melodia e si lancia poi in un lungo assolo estremamente lirico, dalla potente carica emotiva, sulla base ritmico-armonica data dagli altri strumenti, per poi farsi da parte e lasciare la scena agli assoli del vibrafono prima, e della chitarra dopo, rientrando col clarinetto basso per sostenere il solo di Luft e riprendere la guida nel finale, dopo otto minuti di pura magia.
Degne di menzione anche l'iniziale "Pebble Dance," con un assolo spiritato al sax soprano dalle cadenze vagamente mediorientali, la delicata "Words Unspoken" con un sax baritono estremamente morbido come solo Surman lo sa suonare, che si staglia sopra lo sfondo fornito da chitarra e vibrafono, e "Graviola," un altro episodio basato sull'alternanza degli strumenti in dialogo tra loro. È un jazz da camera altamente sofisticato, ma non privo di una immediatezza che lo rende facilmente fruibile, tutt'altro che un mero esercizio intellettuale.
Non sono molti i musicisti che nel corso di una carriera pluridecennale hanno saputo come Surman mantenersi su livelli qualitativi altissimi, ricercando continuamente strade nuove senza adagiarsi su posizioni facili e scontate. La sua discografia ne è la prova migliore, fin dagli esordi durante l'epoca d'oro del jazz inglese a cavallo tra gli anni '60 e '70, quando era ancora molto giovane ma già in possesso di una spiccata personalità musicale che si è andata affinando nel corso degli anni, permettendogli di affermarsi come uno dei protagonisti assoluti della scena musicale degli ultimi cinquant'anni, capace di realizzare un nuovo capolavoro all'altezza delle sue cose migliori ancora oggi, con una freschezza e una leggerezza invidiabili.
Sicuramente da considerare tra i migliori dischi dell'anno in corso, e, quindi, album della settimana.
Track Listing
Pebble Dance; Words Unspoken; Graviola; Flower in Aspic; Precipice; Around the Edges; Onich Ceilidh; Belay That; Bitter Aloe; Hawksmoor.
Personnel
Additional Instrumentation
John Surman: baritone sax; baritone clarinet.
Album information
Title: Words Unspoken | Year Released: 2024 | Record Label: ECM Records
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