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Tony Palmer: All My Loving

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Tony Palmer

All My Loving

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(2008)

Valutazione: 4,5 stelle

Il regista Tony Palmer realizzò questo bel documentario nel 1968 per la BBC e riuscì a leggere molto bene la fase impetuosa di una musica che si stava imponendo nel mondo: il rock. Con brevi bozzetti molto ben congeniati Tony Palmer passa da Jimi Hendrix ai Beatles, dai Moody Blues ai Pink Floyd, da Frank Zappa ai Gun e a molti altri. Lo stile è quello del documentarista curioso, senza remore, che filma in maniera schietta quello che lo colpisce, approfondendo i temi che gli sembrani più legati anche agli aspetti sociali della musica.

Tony Plamer aveva conosciuto un po' casualmente John Lennon e grazie alla sua amicizia riuscì ad avere una sorta di passpartout che apriva tutte le porte dei gruppi e degli artisti più significativi. Vedendo questo documentario (che ruba il titolo da una canzone dei Beatles, con la complicità ovvia dell'amico Lennon) si ha una chiara percezione di come il rock fosse soprattutto una musica che apportava una fortissim energia nel contesto sociale dell'epoca. Una energia benedetta che era capace di smuovere le montagne di una società ingessata che stava per l'appunto frantumando i bendaggi che si era costruita addosso con le sue stesse mani, per riuscire a tenere sotto controllo le disuguaglianze profonde che la contraddistiguevano. Il rock rimetteva tutto in discussione. I Lord smettevano di essere figure quasi mitologiche per diventare semmai i bersagli da colpire. Almeno virtualmente.

Il documentario fu molto apprezzato anche dai musicisti e pochi mesi dopo Tony Palmer ebbe l'onore di essere chiamato a filmare il concerto di commiato che i Cream tennero a fine novembre del 1968 alla mitica Royal Albert Hall. Fece un ottimo lavoro di documentazione di un evento storico, anche se spesso si lasciò prendere la mano da un uso espressionistico della telecamera che alla lunga diventava un po' esagerato. Ma questa è davvero un'altra storia.


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