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Zakarya: The True Story Concerning Martin Behaim
ByCon questo The True Story Concerning Martin Behaim - concepito come una colonna sonora immaginaria sulla vita e l'opera di un esploratore e cosmografo del XV° secolo -, i Zakarya confermano la loro ricetta musicale (una miscela di rock, avanguardia, improvvisazione, riferimenti alla musica contemporanea ed echi di klezmer); ma sembrano voler spingere ulteriormente l'acceleratore dell'assalto sonoro.
Le sonorità “quasi heavy metal” che spiccavano nell'album precedente, e che erano state in parte attribuite alla presenza di Marc Ribot in qualità di “special guest”, sono ancora più dominanti in quest'ultimo lavoro; qui il quartetto non si fa accompagnare da nessun ospite, ma il suono che ne esce è ancora più potente, compatto e aggressivo, dimostrando l'alto livello di affiatamento raggiunto dal gruppo.
Se il motore della macchina-Zakarya è costituito dalla compattezza del suono collettivo, oltre all'abilità solistica dei singoli musicisti, si può però forse dire che l'elemento compositivo è il vero tessuto connettivo e unificante della loro musica. Nonostante nei brani si aprano ampi spazi d'improvvisazione collettiva e solistica (della fisarmonica di Weyh e della chitarra di Alexandre Wimmer in particolare, ma non esclusivamente), questa è sempre inserita all'interno di un disegno compositivo molto strutturato e sottostà alle esigenze di una superiore visione architettonica globale.
Un altro elemento che emerge è il progressivo allontanamento dai moduli e dalle atmosfere della musica klezmer e popolare in genere. Queste già negli album precedenti venivano fatte (ri)vivere in un fecondo incontro/scontro con elementi stilistici eterogenei (rock, improvvisazione, elettronica ecc.), e trasfigurate in un disegno compositivo altamente complesso ed evoluto.
La ricerca della complessità rimane ancora al centro del lavoro compositivo di Weyh: ritmi asimmetrici e irregolari, armonie obliche e spigolose, linee melodiche elaborate e contrappuntate fra i diversi strumenti. Ma ora i riferimenti al klezmer da cui il gruppo era partito (dopotutto sono ancora inseriti nella collana “Radical Jewish Culture” della Tzadik) risultano sempre più “nascosti” e sepolti in profondità nelle melodie dei temi, mascherati e dissimulati quasi ad evitare di renderli immediatamente riconoscibili. Così ad esempio in “The Thing in the Secret Room”, o in “The Meeting C.C., Pt. 2”, dove le cellule melodiche di ascendenza popolare della fisarmonica vengono trasfigurate in sviluppi tematici obliqui e immerse in un sostrato armonico dal sapore atonale.
Ironicamente, il brano dove il riferimento alla tradizione klezmer è più evidente ed immediato è l'unico firmato dal chitarrista Wimmer, primo responsabile del suono “heavy” del gruppo.
In generale, l'intero album sembra essere percorso da una sorta di “ricerca della tensione”, sonora e armonica. Così, ad esempio, “Ballade”, un meraviglioso tema dalla melodia ampia e malinconica e dall'elegante armonia (in odore di musica contemporanea o da film), è introdotto da un roccioso assolo di basso con una sonorità incandescente in stile jazzcore.
Ovunque il gruppo introduce asprezza, quasi come una sorta di antidoto per neutralizzare l'effetto “rassicurante” che la componente melodica dei brani potrebbe altrimenti sortire sull'ascoltatore. La stessa fisarmonica di Weyh, che per natura e per tradizione è lo strumento più incline alla morbidezza timbrica e alla melodicità, fa spesso di tutto per suonare aspra e spigolosa di per sé, oltre ad essere controbilanciata dal suono elettrico del resto del gruppo.
L'iniziale “Just Before” è probabilmente il brano migliore dell'album per l'equilibrio e la sintesi perfetta di tutti gli elementi stilistici e compositivi prima richiamati in un insieme organico e coerente: la melodicità (qui la fisarmonica si assume il suo ruolo tradizionale con ottimi risultati), l'elaboratezza del tema (distribuito contrappuntisticamente fra fisarmonica, chitarra e basso), la potenza sonora d'insieme, l'improvvisazione (della chitarra e della batteria), e non ultima l'ironia (il richiamo un po' beffardo della fisarmonica al ritmo del valzer sul tema principale); il tutto fuso in un insieme perfettamente bilanciato e racchiuso in una struttura compositiva quasi geometricamente simmetrica.
Per quanto stiano percorrendo un sentiero ormai consolidato, i Zakarya sono in evoluzione e in movimento, e sprigionano più che mai vitalità ed energia.
Track Listing
1. Just Before - 5:22; 2. Rosa (Vincent Posty) - 3:18; 3. Nakete Shtetl (Alexandre Wimmer) - 5:15; 4. Manual Labor - 4:58; 5. Ballade - 5:35; 6. The Golem Again - 3:13; 7. Lafko - 6:18; 8. The Thing in the Secret Room - 3:36; 9. The Meeting C.C., Pt. 1 - 1:46; 10. The Meeting C.C., Pt. 2 - 5:39; 11. Ed..? - 4:52; 12. Sailors & Captains - 4:39. Tutti i brani di Yves Weyh, salvo ove indicato.
Personnel
Yves Weyh (fisarmonica) - Alexandre Wimmer (chitarra; elettronica) - Vincent Posty (basso elettrico) - Pascal Gully (batteria)/
Album information
Title: The True Story Concerning Martin Behaim | Year Released: 2009
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