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Julian Lage: Squint

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Julian Lage: Squint
Dopo aver scritturato negli scorsi anni due chitarristi di indubbio valore come Nels Cline e Bill Frisell, la Blue Note mette a segno un nuovo colpo assicurandosi i servigi di un altro virtuoso della sei corde, l'ex enfant prodige Julian Lage (che in realtà era già comparso in un titolo della label al fianco proprio di Cline come membro del suo quartetto in Currents, Constellations). Questo Squint rappresenta il suo esordio da titolare per l'etichetta, alla guida di un trio completato da Jorge Roeder al contrabbasso e Dave King alla batteria, con i quali aveva già inciso il precedente Love Hurts, di cui il presente album è la continuazione e il complemento.

Se l'album precedente era quasi completamente incentrato su covers, con un solo brano a firma del chitarrista, qui la situazione si capovolge e Lage è l'autore di tutte le composizioni tranne due: "Emily" di Johnny Mandel, una ballad che ricordiamo soprattutto per le tante interpretazioni che ne ha dato Bill Evans, e "Call of the Canyon," una canzone portata al successo negli anni '40 da Gene Autry, che qui funziona come una specie di tributo alle origini country del chitarrista.

Lage mette subito in mostra il suo virtuosismo con uno studio per chitarra sola che apre il disco, per poi proseguire con un blues e altri brani funzionali al solismo del chitarrista che sembra esprimersi al proprio meglio all'interno di strutture musicali tradizionali, restando saldamente ancorato alle proprie esperienze nei campi di rock, blues, jazz, country e soul che ben conosce e sa sintetizzare nel suo linguaggio strumentale, ricco di ammiccamenti a tutti questi stili, adeguatamente supportato dalla ritmica.

Il chitarrista si conferma tra i maggiori specialisti attuali dello strumento, anche se meno avventuroso di altri suoi colleghi. Non che non sia capace anche di agire in contesti più sperimentali, come ha dimostrato a fianco di Nels Cline o nel progetto Insurrection di John Zorn (anche qui, non a caso, in coppia con un altro chitarrista grintoso come Matt Hollenberg), ma evidentemente per i propri progetti preferisce rimanere in territori più vicini alla tradizione del mainstream non solo jazzistico. Niente di male in tutto ciò, ma ogni tanto ci piacerebbe anche farci sorprendere da qualche guizzo di originalità in più, e non solamente incantare dalla perizia strumentale (comunque assolutamente da ammirare).

Track Listing

Etude; Boo’s Blues; Squint; Saint Rose; Emily; Familiar Flower; Day and Age; Quiet Like a Fuse; Short Form; Twilight Surfer; Call of the Canyon.

Personnel

Julian Lage
guitar, electric
Jorge Roeder
bass, acoustic
Dave King
drums

Album information

Title: Squint | Year Released: 2021 | Record Label: Blue Note Records


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