Ivo Perelman with Dominic Duval: Soul Calling

Soul Calling si riferisce al processo che è cominciato alcuni anni fa, quando Perelman, in seguito ad una tendinite che gli aveva creato dei problemi nel suonare il sassofono, si è dedicato alla pittura, seguendo la corrente dell'espressionismo astratto americano di Franz Klein, Helen Frankenthaler e Sam Francis. La forza della linea melodica e la forza della linea grafica, come rappresentata nel disegno di copertina, sono parte dell'espressione artistica di Perelman, che non riesce piú a separare le note che spuntano dal silenzio e la linea che si impossessa della tela; due mondi vuoti che vengono occupati dalla necessità di dire qualcosa, non importa con quale mezzo. Dall'inizio alla fine i due si presentano molto concentrati, coinvolti da una forza che li spinge per la loro via, pieni di energia che non si dissipa in modo inutile bensì ridata agli ascoltatori.

L'interazione con Dominic Duval, le cui mani sono paragonate da Perelman a due ballerine che danzano sulle corde del contrabbasso, avviene in modo totale, grazie alla sua capacità di reagire a qualunque suono gli venga proposto, di riciclarlo all'interno di quello che è il brano e l'atmosfera del momento, sempre all'interno di strutture estemporanee, inventate all'istante, inprovvisate con forza anche fisica, visto il modo di suonare di entrambi, due corifei di quello che è il free contemporaneo.

Al di là dell'uso tradizionale dei proprii strumenti i due propongono un paio di momenti eterodossi, con Perelman che utilizza soltanto il bocchino del sassofono tirando fuori una melodia lamentosa e Duval che (oltre allo spazio da solo su "Mingmen") che gioca con l'amplificazione tirando fuori suoni da strumenti elettronici e dando un che di attuale all'incisione.

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