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Sullivan Fortner: Solo Game

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Sullivan Fortner: Solo Game
Partner preferito di Cecile McLorin Salvant, con cui ha inciso tre dischi, Sullivan Fortner è tra i pianisti più autorevoli della sua generazione. Le doti evidenti sono il magistero tecnico, la ricercatezza stilistica e l'equilibrio che pone tra rispetto della tradizione e ricerca personale.

Nel suo percorso professionale di oltre quindici anni ha inciso solo tre dischi a suo nome (l'ultimo, Moments Preserved è di cinque anni fa), mentre le collaborazioni con altri sono numerose e significative: Roy Hargrove, Theo Croker, Ambrose Akinmusire, Stefon Harris, Lage Lund, Melissa Aldana eccetera.

Questo doppio album è un esempio della sua piena maturità, realizzato con la produzione di Fred Hersch e la vicinanza di Jason Moran, primi insegnanti e mentori che intervengono in voce alla fine delle esecuzioni. Hersch ha suggerito a Fortner di compilare una selezione di brani da eseguire in solo e dopo una prima cernita gli ha proposto di inciderne ventiquattro, dividendoli in quattro session da sei. Tutto senza prove e una sola esecuzione per brano. Per il primo disco la scelta è caduta su nove brani ma Fred Hersch ammette che i meritevoli potevano essere almeno venti.

Il secondo disco è radicalmente diverso, per la disinvolta impronta elettroacustica. Fortner si esibisce in vari altri strumenti (organo hammond, Fender Rhodes, vibrafono, celesta, moog, percussioni e persino un gong mongolo) aggiungendo in post-produzione orchestrazioni elettroniche, vocali e percussive. Nascono paesaggi sonori dove coesistono sperimentazione timbrica, felicità melodica ed equilibrio strutturale.

Entrando nel dettaglio dei brani, quelli in piano solo confermano la grandezza di Fortner come fantasioso interprete di standard. Nonostante sia ancora abbastanza giovane (37 anni) la padronanza interpretativa è elevata e ogni tema è un'occasione per elaborate e rapsodiche improvvisazioni melodiche e armoniche. Lo sviluppo è esemplare per equilibrio e ricchezza di stimoli: s'inizia con una versione "tradizionale" di "Don't You Worry About a Thing" di Stevie Wonder per inoltrarsi in una magistrale esecuzione di "I Didn't Know What Time It Was" in magico equilibrio tra nuances cameristiche, sottigliezze astratte e delicati richiami al tema base. D'estetica simile è "Come Sunday" mentre in altri temi domina un pregnante e articolato flusso improvvisativo ("Congolese Children," "This Is New" ad esempio). I brani del secondo disco evidenziano l'estro creativo di Fortner in contesti vari: brevi frammenti musicali si snodano accanto a composizione elettroacustiche che sviluppano un'idea base con esiti alterni. Il più riuscito ci sembra "Snakes And Ladder."

Album della settimana.

Track Listing


CD 1:
Don't You Worry About a Thing; I Didn't Know What Time It Was; Congolese Children; I'm All Smiles; Invitation; Once I Loved; Cute; This Is New; Come Sunday.
CD 2:
Power Mode; It's a Game; Snakes and Ladders; Hounds and Jackal; King's Table; Stag; Cross and Circle; Space Walk; Valse Du Petit Chien; Fred Hersch, Notes on Solo; Jason Moran, Notes on Game.

Personnel

Additional Instrumentation

Sullivan Fortner: Piano (Steinway B), Fender Rhodes, Hammond B3 Organ, Vibes, Celeste, Chime Tree, Moog, Vocoder, Rain Maker, Hand Percussion, Egg Shaker, Triangle, Vocals, Hand Claps, Shakers, Canopus Bass Drum, Mongolian Gong (2); Kyle Pool: hand claps on (2-2); Cecile McLorin Salvant: vocals on (2-3).

Album information

Title: Solo Game | Year Released: 2023 | Record Label: Artwork


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