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Fabrizio Ottaviucci: Ragapiano

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Fabrizio Ottaviucci: Ragapiano
Fabrizio Ottaviucci è uno dei migliori nomi nell'attuale panorama degli interpreti di musica contemporanea: profondo conoscitore fra gli altri del repertorio pianistico di Giacinto Scelsi (che ha studiato insieme allo stesso compositore), è anche uno dei migliori interpreti di John Cage (in particolare del repertorio per piano preparato), di cui ha recentemente eseguito il concerto per pianoforte e orchestra, e annovera fra le sue varie collaborazioni anche quella con Terry Riley, del quale ha da poco registrato i due "Keyboard Studies" e la versione per piano solo di "Tread On The Trail".

Parallelamente al suo percorso d'interprete contemporaneo, Ottaviucci porta avanti la sua attività di compositore, ma anche una particolare esperienza - sviluppata e approfondita nel corso di due decenni accanto a Markus Stockhausen, e mutuata dalle concezioni musicali del padre di Markus, Karlheinz - denominata "improvvisazione intuitiva".

Questo tipo d'improvvisazione mira ad affinare il livello di sensibilità e consapevolezza interiore dell'esecutore, stimolando la sua capacità di cogliere le vibrazioni e l'atmosfera emotiva creata dal luogo in cui si trova a suonare e dalle persone che lo ascoltano. L'"improvvisatore intuitivo" cerca di restituire queste vibrazioni e le proprie reazioni ad esse attraverso la musica che crea istantaneamente. L'accento è quindi posto sulla dimensione emotiva della musica, sulla sua capacità di trasmettere qualcosa dell'interiorità dell'esecutore; mentre nessun limite né preclusione vengono posti agli stili e ai generi musicali utilizzati.

Questo approccio improvvisativo, che lo ha portato a suonare una musica che sfugge a precisi confini di genere (influenzata non solo dagli autori classici e contemporanei, ma anche dal pop, dal rock, dal jazz e dalla musica etnica), ha influenzato in modo significativo anche il carattere e lo stile delle composizioni di Ottaviucci.

I brani raccolti in questo nuovo cd, in particolare, pur essendo composizioni in senso proprio, nascono da precedenti improvvisazioni che ne hanno costituito la materia ispirativa, successivamente rielaborata a partire dal ricordo, dall'ascolto delle registrazioni o dalla ricerca.

Così non è un caso che la maggior parte delle composizioni qui presentate siano definite "raga" dal loro autore, e che tale parola compaia nel titolo stesso del cd: se infatti tecnicamente non hanno nulla a che fare con l'omonima forma della musica classica indiana, esse in realtà corrispondono al significato più profondo ed autentico di tale forma, quello cioè di esprimere uno stato d'animo, una tonalità emotiva e un'atmosfera corrispondente ed appropriata sia all'interiorità del musicista, sia all'ambiente e al momento in cui la sua musica è inserita e con cui forma un tutt'uno.

Dal punto di vista della forma, questi "raga" seguono principalmente tre diversi filoni: quello della classica song, con uno sviluppo "narrativo" del tema e dell'armonia ("Raga d'inverno," "Raga del cuore," "Barcarola," "Ninna nanna"); la lezione minimalista, con ostinati e cellule armonico-ritmiche che trascorrono gradualmente e lentamente l'una nell'altra, con un sottostante disegno strutturale ben preciso ma dissimulato sotto l'apparente uniformità ("Glass Marbles," "Psicoraga"); brani dalla struttura più aperta, basati su un'improvvisazione melodica e intuitiva, nell'accezione di cui si è detto sopra, appoggiata su un pedale armonico o modale che ne dà—appunto come nei raga - la tonalità musicale ed emotivo-ambientale ("Passaggio ad est," "Raga piano," "Acqua Traverse"). .

Proprio come nel minimalismo, c'è in queste composizioni un'apparenza di semplicità, nessuna asperità, complessità o tortuosità: tutti i brani sono improntati a una melodicità immediata e facilmente assimilabile, ma sotto la superficie si nota un grande lavoro di cesellatura armonica e di sensibilità timbrica. La cura sta nel dettaglio, che però è quasi dissimulato, non esibito: le sottili e raffinate variazioni negli arpeggi, oppure l'uso del pedale negli ostinati per creare delle risonanze e degli effetti timbrici quasi di onde che crescono e avvolgono ("Glass Marbles").

In questo senso, il cd si assume un importante compito: quello di sfatare il pregiudizio (molto diffuso nella musica contemporanea, di ricerca o attuale in genere) che la semplicità sia negativa e la complessità invece un valore di per sé. Spesso infatti il difficile è proprio riuscire ad arrivare all'essenza, che di per sé è sempre semplice.

Il pezzo forse più riuscito di questa raccolta è il "Raga delle metamorfosi," un piccolo gioiello e vero capolavoro di sintesi delle componenti formali sopra esposte: l'iterazione ritmico-armonica e i giochi di phasing minimalisti sono qui uniti a un elegante e squisito sviluppo armonico all'insegna del mutamento all'interno della continuità—della metamorfosi, appunto. E soprattutto, questa veste formale è riempita da un'interpretazione vibrante, dinamica e intensa.

In alcune delle "song" si sentono il sapore e le progressioni armoniche tipiche della ballad americana: nel "Raga del cuore" si avvertono perfino gli echi degli episodi più intimisti ed acustici di un Pat Metheny, mentre nel "Raga d'inverno" si sente qualche eco del Keith Jarrett del Koln Concert. Non è forse casuale che un filo che lega tutte queste suggestioni è quello del suono Ecm, a cui anche Ottaviucci ha partecipato come membro del Markus Stockhausen Ensemble.

In "Acqua Traverse" Ottaviucci ci fornisce un assaggio della sua competenza nella preparazione del pianoforte, qui però accoppiata all'intensa melodicità che lega tutti i brani del cd, mentre nel brano da cui quest'ultimo prende il titolo, il gusto orientale e l'atmosfera d'intensa spiritualità, più che i raga indiani, ricordano in realtà la musica di Gurdjieff e de Hartmann.

Siccome gran parte della comunicativa e dell'effetto di questa musica è affidata all'ispirazione e alla dimensione emotiva, evitando le gratificazioni intellettualistiche, anche la riuscita dipende dal livello e dall'intensità di tale ispirazione. il pericolo in questo tipo di musica è di scivolare nel melenso o nell'annacquato (come altri fanno abbondantemente), se non c'è dietro una robusta ispirazione e una visione (intuitiva) potente; rischio qui sfiorato solo in un paio di occasioni, ma del resto quasi sempre brillantemente evitato.

Track Listing

1. Raga d'inverno - 3:50; 2. Raga delle metamorfosi - 7:44; 3. Passaggio ad est - 5:27; 4. Glass Marbles - 7:41; 5. Raga del cuore - 5:43; 6. Erosong - 3:52; 7. Raga piano - 5:58; 8. Barcarola - 6:14; 9. Psicoraga - 4:03; 10. Acqua Traverse - 7:42; 11. Ninna nanna - 3:47. Tutti i brani sono di Fabrizio Ottaviucci.

Personnel

Fabrizio Ottaviucci (pianoforte).

Album information

Title: Ragapiano | Year Released: 2009 | Record Label: Fresh Wednesdays


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