Anat Cohen: Poetica

Tutto ciò si riflette anche nella produzione musicale della sassofonista e clarinettista di Tel Aviv che spazia dai contesti dixieland degli inizi, alla musica classica, dal choro brasiliano al tango argentino, passando per i ritmi afrocubani e il jazz contemporaneo. In Poetica, terzo album da leader, Cohen fa il punto della situazione facendo convivere in modo del tutto naturale le varie influenze musicali, con una predilezione verso le composizioni della tradizione ebraica.

Circondata da una band di prim’ordine, Jason Lindner al piano e Omer Avital al basso sono impeccabili, è comunque il suono purissimo del clarinetto il vero protagonista dell’incisione. Suono che sembra fluttuare senza gravità nell’aria, disegnando volute armoniose e conservando, anche sui registri acuti, dolcezza timbrica e fluidità di fraseggio. In quattro brani si aggiunge un quartetto d’archi che alimenta ulteriormente il clima di sobria malinconia che pervade l’intero lavoro, anche se non mancano episodi insolitamente vivaci come la briosa interpretazione della coltraniana “Lonnie’s Lament“.

Autrice di due brani che ne testimoniano la felice vena compositiva, attenta alla tradizione ebraica ma immersa nella contemporaneità, Anat Cohen è musicista da seguire per la grazia con la quale mette la sua prodigiosa padronanza strumentale al servizio delle emozioni e della poesia.

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