Art Tatum: Piano Starts Here. Live at the Shrine.

Lo si capisce già dalla lettura delle note di copertina, dove si parla di tutto (microfoni, files informatici, computer) tranne che della musica eseguita, peraltro sacrificata sull'altare dell'edulcorazione sonora.

In un sol colpo è stato così bypassato uno dei sacri principi dell'estetica jazzistica, fondato sul nunc stans irripetibile dell'esibizione live, fatta di mente e corpo, musica, rumori ambientali, imperfezioni, al quale concorrono sinergicamente musicisti e pubblico.

Stratosferica è invece la qualità musicale del CD, che riunisce le peculiarità del virtuosismo tatumiano, fatto di impareggiabile abilità, velocità d'esecuzione ed imprevedibilità esecutiva.

Quattro le tracce in studio del '33 più nove live del '49 danno luogo ad una gioiosa cavalcata in solitudine, da parte del più fulgido genio pianistico del jazz. Per l'ascoltatore, momenti di rara vertigine tra jazz, blues e boogie woogie; preferibilmente con l'edizione degli anni '80, ancora acquistabile con pochi euro.

Valutazione: 5 stelle alla musica, 2 stelle alla ristampa.

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