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Lakecia Benjamin: Phoenix

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Lakecia Benjamin: Phoenix
A dodici anni dal debutto funk di Retox e dopo il sentito omaggio a John e Alice Coltrane di tre anni fa (Pursuance: The Coltranes) la sassofonista newyorchese realizza il disco della prima maturità, dimostrando di saper padroneggiare le molte influenze assimilate dall'infanzia. Influenze che partono dalla musica latina che ascoltava nel quartiere di Washington Heights e attraversano la Black Music nella sua interezza, da Sly and the Family Stone, James Brown, Charlie Parker e i boppers fino a John Coltrane, Wayne Shorter e gli altri maestri del jazz.

Le prime cose che colpiscono in quest'album sono gli assoli torrenziali, il sound magnetico e brillante e la sicurezza spavalda con cui Lakecia affronta i brani, tutti suoi eccetto un paio. Prodotto assieme a Terri Lyne Carrington, Phoenix è un percorso coerente e ricco, che abbraccia le attuali rivendicazioni sociali afroamericane con particolare riguardo all'universo femminile.

Non a caso il disco si apre e chiude con "Amerikkan Skin," un irrequieto brano modale (le tre K nel titolo sono casuali?), aperto da un frammento della storica rivoluzionaria Angela Davis, in un sottofondo di sirene e conflitti urbani, e arricchito dai potenti interventi di Lakecia e del trombettista Josh Evans.

Nel percorso c'è un esplicito omaggio a John Coltrane ("Trane") ed anche se quest'ultimo impegna lo stile della leader, l'itinerario è poliedrico. Progettato durante i mesi della pandemia mentre si curava dai postumi di un grave incidente d'auto, Lakecia lo ha ricordato a Down Beat: «volevo che l'album fosse una specie di audiolibro per ricreare acusticamente quello che sentivo ogni mese e quello che stava accadendo».

Il coinvolgimento di vari ospiti aumenta l'attrattiva. La seducente voce di Dianne Reeves è protagonista della soul ballad "Mercy"; la pianista Patrice Rushen è co—protagonista nel suo "Jubilation" con un danzante assolo; le voci della poetessa Sonia Sanchez e di Wayne Shorter caratterizzano "Blast" e "Supernova"; Georgia Anne Muldrow al synth accentua la suggestione di "Phoenix." L'influenza dell'avanguardia anni sessanta traspare nell'intervento al contralto e nella costruzione tematica di "Basquiat," brano collocato in chiusura.

È di questi giorni la notizia che grazie a questo disco la Benjamin ha ricevuto tre nominations per i premi Grammy, nelle categorie migliore album di jazz strumentale, migliore performance di jazz strumentale per il brano "Basquiat" e migliore composizione strumentale per "Amerikkan Skin."

Album della settimana.

Track Listing

Amerikkan Skin; New Mornings; Phoenix; Mercy; Jubilation; Peace Is A Haiku Song; Blast; Moods; Rebirth; Trane; Supernova; Basquiat; Amerikkan Skin radio edit.

Personnel

Additional Instrumentation

Josh Evans: trumpet (1-3, 8, 12, 13); Wallace Roney Jr.: trumpet (7); Anastassiya Petrova: Fender Rhodes, organ (5); Orange Rodriguez: synths (1, 3); Negah Santos: percussion (5); Jahmal Nichols: double bass (2); Josee Klein: violin (4); Laura Epling: violin (4); Nicole Neely: viola (4); Cremaine Booker: cello (4); Georgia Anne Muldrow: vocals, synths (3); Patrice Rushen: piano (5); Dianne Reeves: vocals (4); Sonia Sanchez: poet (6, 7); Angela Davis: spoken word (1, 13); Wayne Shorter: spoken word (11).

Album information

Title: Phoenix | Year Released: 2023 | Record Label: Whirlwind Recordings


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Jun 28 Fri

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