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Patto, Una Mirabolante Avventura Senza Rete.

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Siamo alla fine degli anni sessanta, Mike Patton è un ragazzone inglese con una bella voce potente e ruvida, la musica lo affascina e capisce subito che non c'è miglior momento per iniziare una avventura esistenziale che profuma di rock e di jazz, senza dimenticare la vena blues di fondo che un giovane cantante incazzato non può mai ignorare.

L'occasione arriva con la possibilità di cantare nel gruppo Timebox, un sestetto dedito al Rhythm 'n' Blues, spesso impegnato a suonare nelle basi americane sparse in Inghilterra ma anche in sale di ogni genere e grado, dalle bettole più caciarone al Marquee di Londra, un locale che diventerà molto famoso con l'esplosione del rock inglese tinto di blues. Con l'ingresso del batterista John Halsey nel 1968 i Timebox sono al completo e nel sestetto, oltre a Mike Patto e a John Halsey troviamo già Ollie Halsall (che all'epoca veniva impiegato come vibrafonista), il bassista Clive Griffiths, il chitarrista Kevan Fagerty e il tastierista Chris Holmes. Nel 1968 una loro cover di un brano dei Four Seasons, intitolata "Beggin" ebbe un discreto successo in Inghilterra.

Fra il 1968 e il 1969 la musica dei Timebox inizia a mutare progressivamente da musica derivata dal R'n'B a musica molto libera, carica di spazi strumentali che mettono in evidenza soprattutto Ollie Halsall che nel frattempo ha approfittato della decisione di Fagerty di lasciare il gruppo e si è preso, con assoluto merito, il ruolo di chitarrista. La chitarra la suona solo da tre anni ma ascoltandolo pare la suoni sin dagli anni dell'asilo nido.

Nel 1970 anche il tastierista Holmes decide di lasciare i Timebox e i quattro superstiti decidono di cambiare nome e diventano Patto. Muff Winwood, fratello maggiore del più celebre Stevie, si occupa della produzione del loro album d'esordio e rimarrà al loro fianco sino alla fine della storia. Il manager ha un grande senso delle problematiche economiche ed esorta i suoi musicisti a non sprecare tempo prezioso in studio di registrazione. I quattro ragazzi dei Patto sono tecnicamente molto bravi, con una segnalazione particolare per il mitico Ollie Halsall, e quindi i risultati in sala di registrazione sono eccellenti e non si nota affatto il poco tempo dedicato alla registrazione degli otto brani che compongono il primo album.

L'album si chiama semplicemente Patto, ha una celebre copertina giallo/arancio disegnata da Tony Benyon: una esplosione grafica, sapientemente realizzata in forma di urlo, che all'epoca si fece notare, come spesso succedeva con i dischi pubblicati dalla Vertigo. L'album era stato registrato nell'estate del 1970 ed era uscito nel novembre successivo. In questa ristampa edita da Esoteric, accuratamente rimasterizzata, si aggiungono tre tracce, una lunghissima "Hanging Rope" registrata in studio e due brani registrati dal vivo per la BBC, proprio a novembre, in concomitanza con il lancio dell'album.

Mezz'ora di musica in più, di grande interesse storico e di grande godibilità. Nell'album originale spicca la lunga "Money Bag" con una prima parte tutta strumentale, vero tour de force per la chitarra infuocata di Halsall. Il suo è un fraseggio dove spesso ha la predominanza il 'legato' un po' come succederà con Allan Holdsworth, chitarrista che Ollie Halsall incrocerà a metà anni settanta nei Tempest di Jon Hiseman.

Rispetto ad Holdsworth, che all'epoca suonava con l'oscuro gruppo 'Igginbottom, Ollie Halsall è forse capace di costruire frasi più cantabili, più spontanee, meno angolari, meno proiettate verso le aree delle soluzioni armoniche più avanzate predilette da Holdsworth. Una vera e propria forza della natura, devastante anche dal vivo, come ben dimostrano i tanti brani registrati dal vivo per la BBC che Esoteric ha aggiunto.

Nella carriera dei Patto passa un anno, pieno di concerti dal vivo (spesso come gruppo di spalla per gruppi più famosi, come ad esempio i Ten Years After), carico di encomi provenienti dalla critica musicale dell'epoca e purtroppo povero di risultati economici, probabilmente anche per carenze manageriali. Nella primavera del 1971 i Patto si ritrovano in studio di registrazione per registrare il loro secondo album, intitolato Hold Your Fire. Stavolta la copertina viene firmata dal celebre disegnatore Roger Dean, partendo da illustrazioni molto caratteristiche realizzate dai musicisti stessi. La copertina dell'edizione originale in vinile aveva un gioco di flaps che consentiva di mischiare le fattezze e gli abbigliamenti dei sei personaggi disegnati. Una soluzione cartografica, semplicissima ma molto originale, che purtroppo è andata persa nell'edizione in CD.

Se l'album d'esordio era stato eccellente, questo Hold Your Fire è un vero e proprio capolavoro. Una delle vette più alte raggiunte dal jazz-rock inglese e non solo. Anche qui troviamo otto brani, molto ben arrangiati, con la chitarra, il vibrafono e le tastiere di Halsall sempre in splendida evidenza, capaci di ricamare fraseggi incredibili attorno alla voce di Mike Patto, con la ritmica di Griffith e Halsey sempre lucida e propulsiva, capace di stare a cavallo del groove senza mai scendere dalla cima dell'onda. Sono anche molto bravi a rimanere fluidi e consistenti nei tanti passaggi ritmici a tempi dispari e insoliti che abbondano nella scrittura di Ollie Halsall.

Degni di citazione sono anche i testi, che nel caso di Hold Your Fire sono fortunatamente riportati nel libretto allegato. Sono tematiche esistenziali, con chiare influenze dylaniane. Spesso capaci di anticipare futuri scenari che poi si sono materializzati in epoche successive, compresa quella attuale. Mike Patto ha la capacità di farcele apprezzare fino nei dettagli più intimi, liberando tutta l'empatia che la sua anima generosa non riesce a nascondere.

Nel caso di Hold Your Fire la ristampa Esoteric, oltre alle otto tracce originali, ci regala due brani nel primo CD, aggiungendo 10 minuti di musica con due tracce registrate in studio e non utilizzate nell'album originale. Per la nostra ulteriore gioia viene aggiunto un secondo CD che contiene ben undici brani inediti: i primi otto arrivano ancora una volta da registrazioni dal vivo realizzate per la BBC fra gli inizi di marzo del 1971 e la fine di giugno dello stesso anno. Gli ultimi tre brani sono invece versioni alternative di tre pezzi compresi nell'album originale. Si segnala in particolare il brano "Don't Shoot Me"' una sorta di prova generale di quella che sarà poi la title track posta in apertura dell'album. Complessivamente questo secondo CD contiene 60 minuti di musica inedita che si sommano ai 10 minuti inediti che completavano il primo CD. Tanta roba.

Saltiamo in avanti ancora di un anno senza grandi novità, i Patto continuano a suonare dal vivo, la critica li adora, i soldi scarseggiano. Il terzo album si intitola Roll 'em Smoke 'em Put Another Line Out ed è un deciso passo indietro. La vena creativa si sta esaurendo e questo si manifesta non tanto a livello esecutivo, quanto a livello compositivo. I quattro musicisti ne sono ben consapevoli e la soluzione che decidono di adottare è quella di accentuare, in certi momenti a dismisura, la loro vena teatrale che li porta a giocherellare sul palco e anche in studio di registrazione.

Roll 'em Smoke 'em Put Another Line Out esce per la Island, sempre con la produzione curata da Muff Winwood. Si aggiunge in alcuni brani il sax di Dave Brooks. La chitarra di Ollie Halsall è decisamente meno in evidenza e aumenta la presenza delle sue tastiere. Un segno dei tempi, conseguente anche alle tante novità tecnologiche che stanno concretizzandosi in quegli anni. Il brano forse più sorprendente è 'Singing the Blues on Reds" che sembra puntare con decisione verso un funky alla James Brown. Ma è solo un segnale di fumo scappato via un po' per caso, il resto dell'album scorre via proponendo un rock peculiare che però risulta essere molto meno efficace rispetto ai vertici toccati dai primi due album.

Anche in questo caso abbiamo 17 minuti in più di musica inedita, tre brani provenienti da una session di fine gennaio 1973, registrata dal vivo per il programma di John Peel, celebre DJ della BBC. Dal vivo le cose sembrano funzionare ancora bene, ma è solo una illusione momentanea.

Nella primavera del 1973 i Patto entrarono in studio per realizzare, ancora per lsland, il loro quarto album. Le cose non stavano andando per il verso giusto e in particolare Ollie Halsall sembrava poco interessato ad apportare il proprio contributo. Mike Patto gli chiese conto di questa apatia evidente e Ollie rispose che non aveva più voglia di suonare quella musica. Fine della storia. Il chitarrista prese il suo strumento, lo rimise nella custodia e lasciò lo studio, senza più fare ritorno. Gli altri tre musicisti cercarono di completare l'album chiedendo aiuto ancora una volta al saxofonista Dave Brooks e per un solo brano si servirono della disponibilità del celebre Mel Collins, saxofonista dei King Crimson.

Fin da subito l'esperto Muff Winwood segnalò a Mike Patto e ai suoi due compagni di avventura che, senza Ollie Halsall a bordo, il gruppo non aveva futuro e pronosticò un veto della casa discografica per la pubblicazione dell'album. Facile profezia, puntualmente avverata. L'album è rimasto nei cassetti della Island per molti anni, è stato bootlegato parecchi anni fa da una casa discografica italiana decisamente borderline. Finalmente viene pubblicato in maniera ufficiale da Esoteric e ancora una volta si aggiungono altri tre brani inediti, stavolta provenienti da una seduta live, sempre per John Peel, di fine febbraio 1973. Sono dodici minuti che vedono ancora Ollie Halsall protagonista, ma siamo ormai agli sgoccioli e, poche settimane dopo, la storia dei Patto troverà una brusca interruzione.

L'album inedito (intitolato Monkey's Bum) è decisamente interessante, forse superiore a Roll 'em Smoke 'em Put Another Line Out, ma è il canto del cigno di un gruppo che ha messo in mostra un talento sopraffino e una passione encomiabile, prima di venire stritolato da logiche commerciali che i quattro musicisti non sono mai riusciti a volgere a loro favore.

Anche gli anni successivi non sono stati favorevoli: Mike Patto ha lasciato il pianeta nel lontanissimo 1979 per un implacabile leucemia linfoide. Clive Griffith ha subito un grave incidente stradale che, dopo lunghe settimane di coma, lo ha lasciato con gravi sofferenze, compresa la perdita della memoria. Ollie Halsall ha vissuto diverse avventure musicali fra le quali ci piace citare alcune collaborazioni con Kevin Ayers e con Jon Hiseman. L'abuso delle solite pericolose sostanze ha provocato un terribile infarto che ha posto fine alla sua vita nei primi anni novanta, mentre cercava di rilanciarsi in Spagna.

Chiudiamo con una malinconica nota a metà strada fra turismo e voyerismo: nella bellissima Deià, piccolo borgo nella costa ovest di Maiorca, si sale verso la cima della collina sulla quale è abbarbicato il paesino e ci si ritrova in un pacifico cimitero con un panorama mozzafiato sul mare vicinissimo. In uno dei sentieri col panorama più spettacolare c'è la lapide di Abdul Mati Klarwein, artista maudit che è diventato famoso per aver disegnato le copertine di Bitches Brew e di Live-Evil di Miles Davis. In realtà Klarwein merita di essere conosciuto per tutto quello che ha fatto nella sua lunga carriera e anche per il suo approccio filosofico piuttosto irrituale e anticipatore dei tempi. Proprio a fianco della semplice lapide dell'artista tedesco (che ha sempre preferito definirsi apolide), c'è una lapide a forma di chitarra. Ollie Halsall is here. Che Iddio li abbia in gloria.

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