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ONJGT Synthesis e John Surman/Vigleik Storaas alla Casa del Jazz

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ONJGT Synthesis e John Surman/Vigleik Storas
Casa del Jazz
Roma
5.7.2023

Anche quest'anno la Casa del Jazz di Roma ha proposto un programma di concerti estivi di tutto rispetto, con un cartellone ricco di eventi e nomi importanti, insieme a diversi altri meno famosi ma non meno interessanti. È il caso della doppia serata del 5 Luglio, che unisce il grande John Surman, in duo col pianista norvegese Vigleik Storaas, con una selezione di musicisti dell'Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti, un progetto originale della Fondazione Musica per Roma diretto da Paolo Damiani. Tocca proprio a loro inaugurare la serata col nome di ONJGT Synthesis, sei giovani musicisti più lo stesso Damiani al violoncello. La formazione mescola musicisti già affermati come Anais Drago al violino, Federica Michisanti al contrabbasso e Francesca Remigi alla batteria con la voce di Camilla Battaglia, la tromba di Franco Frattini e la chitarra di Giacomo Zanus.

Il repertorio consiste prevalentemente di composizioni di Damiani caratterizzate da temi e melodie che rappresentano una sintesi di vari generi musicali, e permettono ai musicisti sul palco di provare diverse combinazioni strumentali (uno dei brani viene introdotto dal trio di archi violino, violoncello e contrabbasso) e alternare momenti di improvvisazione collettiva ai brani più strutturati. Numerosi i riferimenti alla musica di scuola inglese soprattutto nell'uso della voce, che richiama non solo il jazz vocale di Norma Winstone e Julie Tippetts, ma anche il progressive di Henry Cow e Art Bears. Complessivamente un buon set, molto vario, forse leggermente penalizzato dalla estemporaneità del progetto che ne limita il tempo disponibile per le prove, e evidenzia una certa timidezza da parte dei due solisti (tromba e chitarra), ma rimane comunque una bella opportunità per valorizzare i giovani musicisti coinvolti.

A seguire, il set del duo composto dal sassofonista John Surman, vero gigante e protagonista del jazz inglese degli ultimi cinquant'anni, e il pianista norvegese Vigleik Storaas, conosciuto ai tempi dell'album Nordic Quartet. Da parecchio tempo Surman s'è lasciato alle spalle l'irruenza free degli inizi a favore di un approccio allo strumento più marcatamente melodico, traendo spesso spunto per le sue composizioni dal folklore inglese e nordico, e sottolineando particolarmente l'aspetto lirico nelle sue improvvisazioni, soprattutto al sax soprano, che nel corso del concerto ha alternato col clarinetto basso. utilizzato spesso anche in funzione di basso per l'accompagnamento degli assoli di piano. Per la sua musica è importante avere il supporto di un partner con il quale sviluppare un forte interplay, e con Storaas l'affiatamento è evidente, così come lo era quello con lo scomparso pianista John Taylor, partner ideale del sassofonista in molti dei suoi progetti.

I due si complementano alla perfezione, e il loro set scorre con raffinata eleganza attraverso una serie di brani originali. Alcuni dei temi proposti sono tratti dall'album Invisible Threads, un altro è composto dal pianista. Surman annuncia che un album del duo è in programma per il 2024, e molto probabilmente la scaletta del concerto ne rappresenta una anticipazione. L'ultimo brano prima dell'immancabile bis è "The Druid's Circle," tratto dall'album del 1995 A Biography of the Rev. Absalom Dawe che il sassofonista aveva registrato in solitudine, e che chiude un concerto delizioso, molto classico nel suo sviluppo, ma di quella classicità che si trova al di fuori del tempo e delle mode. Un privilegio che solo i grandi musicisti si possono permettere, e Surman indiscutibilmente lo è.

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