Calvano, Actis Dato, Lodati, Robbins, Costantini: No Mads

Progetto fondamentalmente del percussionista Stefano Calvano, questo No Mads gioca sul titolo per mettere in scena una musica lucidamente folle che omaggi la varietà stilistica resa possibile dall'ibridazione culturale legata al nomadismo.

La musica, in larga misura improvvisata, è il prodotto di un quartetto di musicisti ben affiatati che non si sono mai sottratti alla linfa del jazz, la ricerca: oltre a Calvano, la pianista e vocalist Irene Robbins, il sassofonista e clarinettista Carlo Actis Dato e il chitarrista Rossella Cangini - Claudio Lodati. Solo nel penultimo brano si aggiunge la voce recitante di Franco Costantini, per esporre delle liriche dedicate a Che Guevara su uno sfondo liberamente cubano.

L'album si apre con un bel duetto tra il pianoforte della Robbins e le percussioni di Calvano, giocato sulle invenzioni sonore e sull'espressività, e prosegue con "Buddha Jazz," un brano come da titolo dalle evocazioni orientali, nel quale però la chitarra di Lodati e il clarone di Actis Dato —bravissimo —tengono la barra ben dritta sull'elemento jazzistico.

Il lavoro prosegue poi con brani dalle ispirazioni più diverse —vagamente brasiliane ("San Paulo"), liberamente esteuropee ("Nomads"), più strettamente jazzistiche ("Ornettology," con Actis Dato emulo di Dolphy), contemporanee ("Trigallia" e "Soppazzi," con le belle vocalizzazioni della Robbins), elettroniche ("Aurora") —ma sempre conservando un rigore creativo e una cifra propria, frutto del lavoro dei singoli sugli strumenti, dell'intelligente intervento dell'elettronica, della varietà ritmica e timbrica di Calvano. E della bella interazione dei musicisti, di cui è esempio "The Shape of Freedom," materica improvvisazione di suoni sospesa sulla liquidità dell'elettronica.

Un disco interessantissimo e godibile, con un progetto a suo modo semplice ma preciso, fatto "come una volta," quando estemporaneità e progettualità, semplicità e rigore riuscivano a convivere grazie alla passione.

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