Irving Fields: My Yiddishe Mama Favorites

Non fosse altro che per la copertina, con un Irving Fields che più cool non si può, appoggiato con postura blasé all'inseparabile pianoforte, una pipa in bocca, lo sguardo da seduttore di "Love Boat", appena leggermente agée, ma per questo infallibile!

La foto in realtà è, a occhio e croce, di parecchie decine di anni fa, dal momento che il buon Irving ha ora la bellezza di novantadue anni, ma la sua musica è fresca come quella di un ragazzino: nome di culto della "lounge music", una carriera straordinaria tra navi e alberghi di lusso, pioniere nel portare ritmi caraibici al jet set newyorkese, straordinario alchimista nel fondere klezmer e latin, Fields è ormai da tempo un membro ad honorem del cenacolo zorniano, adorato da colleghi di strumento come Anthony Coleman e collaboratore di un altro artista che del melting latin-jewish ha fatto la sua bandiera, sebbene provenendo dall'altra metà dello spicchio, il percussionista Roberto Rodriguez.

Questo My Yiddishe Mama Favorites, in trio con Rodriguez e con il contrabbasso di Greg Cohen, mantiene quello che promette: sedici "classici" - principalmente tradizionali riarrangiati dallo stesso pianista - klezmer in salsa caraibica, con tutto il contorno di citazioni, trilli, esotismi, ricami e abbellimenti, una concezione fortemente orchestrale dello strumento che porta con sé tutta una vita passata astratificare emozioni e invenzioni.

Lo si mette nel lettore e non lo si molla più: Carosone nascosto nel cuore di uno shtetl e da lì partito a bordo di un piroscafo con le donne più affascinanti, per poi scappare scalzi dalla hall di un albergo e finire la serata allo Stone! Di questi tempi può succedere davvero di tutto!

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