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Horace Silver: Live New York Revisited

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Horace Silver: Live New York Revisited
Benchè il profilo artistico di Horace Silver sia preso a modello in modo paradigmatico per definire lo stile hard bop nel jazz moderno, è altresì interessante notare come Silver, sin dalle sue prime uscite, abbia sempre cercato di evitare gli schemi predeterminati che soprattutto le etichette discografiche cercavano di replicare dopo aver trovato la formula del successo. Ad esempio, Silver non amava le scalette miste, quelle cioè che infilavano d'abitudine uno standard proveniente da Tin Pan Alley all'interno di un programma di originals. Insisteva cioè a valorizzare i propri temi e magari quelli dei suoi sodali, rinunciando a rimodellare brani già famosi. Era una questione anche di autostima, del tutto giustificata considerata la caratura del repertorio del pianista. Che viene ricordata ed enfatizzata in questo rilancio discografico realizzato dalla ezz-thetics, consistente in tre sessioni, la prima del 1964 che documenta un concerto di un club di Long Island—uscita a suo tempo per la Emerald -, la seconda e la terza rispettivamente del 1965 e '66, registrate allo Half Note e già uscite per la Hi Hat. Nei due brani del febbraio 1966 Woody Shaw sostituisce Carmell Jones, mentre Larry Ridley prende il posto di Teddy Smith al contrabbasso. Il montaggio dei brani del cd è strano, nel senso che ne viene rovesciata la cronologia senza un motivo apparente. La musica è costantemente di alto livello, d'altra parte il periodo è forse quello più brillante per Silver, leader attento e sicuro dei propri mezzi, intelligente nella scelta dei partner. Le esecuzioni sono logicamente più estese rispetto a quelle di studio, con diversi chorus in più concessi ad esempio ai fiati: un esempio probante si trova in "The Tokyo Blues," che ci ricorda la maestria di un dimenticato come Carmell Jones—tromba—oltre alla vivacità consueta di Joe Henderson al tenore. Il quale era già magistrale, sia come padronanza tecnica che come fantasia improvvisativa : specie nei brani del 1965 si notano sia l'esposizione torrenziale ad indagare scale e i pochi accordi dei pezzi di Silver, che invece i momenti interrogativi ed elusivi, che insistono su ripetizioni di semplici cellule ritmiche. Il leader lavora di fino sia sul fascino melodico di "Song for my Father" che sulla più boppistica "The Natives Are Restless Tonight," con un superlativo Carmell Jones. La temperatura sonora è sempre alta, merito anche della sezione ritmica, dove si distingue la flessibilità stilistica dell'allora giovanissimo Roger Humphries, in grado sia di enfatizzare le classiche strutture afrolatine di Silver che di pungolare i solisti con uno swing aperto, mobilissimo.

Track Listing

Song For My Father; African Queen; The Natives Are Restless Tonight; Que Pasa; African Queen; Tokyo Blues; Señor Blues.

Personnel

Additional Instrumentation

Carmell Jones: trumpet (1, 3, 4, 6, 7); Woody Shaw: trumpet (2, 5); Joe Henderson: tenor saxophone; Horace Silver: piano; Teddy Smith: double bass (1, 3, 4, 6, 7); Larry Ridley: double bass (2, 5); Roger Humphries: drums.

Album information

Title: Live New York Revisited | Year Released: 2022 | Record Label: Ezz-thetics


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