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Lana Meets Jazz - X Edizione
Lana (BZ)
15-20.06.2022
Sarà per lo spazio dedicato agli allievi delle scuole di musica locali, cui viene offerta la possibilità di esibirsi e condividere il palco con musicisti affermati. O forse per una programmazione musicale che non ha timore di affiancare avanguardia e tradizione, musiche popolari e di ricerca, ponendo come unica condizione la qualità.
Sarà per la splendida ospitalità della struttura che accoglie musicisti e addetti ai lavori. O forse perché gli organizzatori del festival, Helga Plankensteiner e Miki Lösch, sono anch'essi jazzisti e dunque sanno benissimo come accogliere e far sentire a proprio agio i musicisti.
Sta di fatto che nel corso degli anni il Lana Meets Jazz ci ha abituato ad uno stile unico. Rigoroso ma al tempo stesso rilassato e all'insegna di un understatement che rende l'esperienza del festival, sia per chi ci suona che per chi assiste ai concerti, estremamente piacevole.
Nell'edizione di quest'anno, la decima, è stata inoltre posta particolare attenzione nell'abbinare ogni concerto alla giusta sede. Il virtuosismo acustico, intriso di echi brasiliani, del duo Gabriele Mirabassi e Simone Zanchini al Galanthus, un suggestivo orto botanico. La big band giovanile dell'Alto Adige nella piazza principale del paese. Le scansioni poliritmiche e gli echi vagamente progressive del quintetto di Mirko Pedrotti al Café Bistro Walter. Il giro del mondo, con un occhio di riguardo all'America Latina, del sestetto Nada Mas Fuerte di Mauro Ottolini nel dehors dell'hotel Schwarzschmied...
Non avendolo mai ascoltato, avevamo una certa curiosità per il quartetto della pianista inglese Julie Sassoon (Lothar Ohlmeier a sax e clarinetti, James Banner al contrabbasso, Rudi Fischerlehner alla batteria). Il concerto ci ha lasciato però con sensazioni contrastanti. Per via di un uso eccessivo del registro medio, che ha limitato la paletta espressiva, ma soprattutto perché la musica proposta, indubbiamente articolata e di alte ambizioni, sembrava a tratti accontentarsi di rendere manifesta la propria complessità, risultando poco comunicativa e vagamente pretenziosa.
Di tutt'altra fattura il concerto, svoltosi all'Ansitz Goldegg, del quintetto Jelly Roll di Helga Plankensteiner (Achille Succi al clarinetto basso, Glauco Benedetti alla tuba, Michael Lösch al pianoforte, Matteo Giordani alla batteria). L'orecchiabilità di melodie che fanno parte della storia del jazz ha reso immediatamente fruibile una musica che invece è fatta di sottili intrecci e delicati equilibri, contaminazioni, sincretismi, echi contemporanei. Un progetto che avevamo già incrociato qualche mese fa a Milano e che, dopo un secondo ascolto, si conferma tra le cose più interessanti emerse sulla scena italiana degli ultimi anni. Ci auguriamo trovi presto sbocco discografico.
Divertente e scanzonato nell'approccio, serissimo negli aspetti musicali, il concerto mattutino di Matthias Schriefl e Johannes Bär, svoltosi tra i meli e le vigne della tenuta Wieserhof. Utilizzando una miriade di strumenti (ottoni vari, fisarmonica, alphorn, percussioni) i due hanno dato vita ad un concerto di strabordante creatività, intenso e godibile. Composizioni originali e frammenti folkloristici più o meno immaginari, citazioni colte, divagazioni estemporanee, dolcissime melodie est-europee, esplosioni corrosive tipiche del Kabarett germanico... Schriefl e Bär non si sono fatti mancare nulla, suonando e facendo coesistere con estrema naturalezza cose, per citare le note introduttive al concerto, che nel mondo della musica sarebbero vietate. E che invece, aggiungiamo noi, se suonate con cognizione di causa come in questo caso, sono perfettamente coerenti.
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About Helga Plankensteiner
Instrument: Saxophone, baritone
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