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Il suono in figure
Bydi Giorgio Rimondi
2008
Scuola di cultura contemporanea
Eminente studioso dei rapporti tra jazz e letteratura, Giorgio Rimondi allarga qui il suo campo d’indagine privilegiato per integrarlo con un approccio metodologico multidisciplinare. Sulla scorta degli antropologi strutturalisti che analizzano i fenomeni culturali come entità ad “n dimensioni”, questo suo nuovo saggio si impone per la vastità di contributi epistemologici, volti ad arricchire la tradizionale comprensione dell’estetica jazzistica.
La sociologia, la fotografia e naturalmente la letteratura sono le principali chiavi di volta di un’analisi estremamente variegata, che spiega il testo (brani, copertine di dischi) correlandolo strettamente al contesto, ed ai suoi paradigmi culturali di base. Il fine è quello di trattare il jazz come un fenomeno artistico culturalmente determinato, da trattare in rapporto alla sfera psichica, psicanalitica, sociologica e perfino economica.
Da Marx ad Adorno, da Baraka a Rilke, da Parker a Lévi-Strauss, diverse sono le suggestioni evocate dal libro, per suggerire una più consapevole fruizione del jazz, da intendersi come godimento estetico e scambio simbiotico di informazioni in cui vengono superate le tradizionali dicotomie colto/popolare ed oralità/scrittura. Altro punto di originalità del libro è pensare il jazz non come mera sequela di stili (swing, bop, etc.) a sè stante, bensì quale esito di “figure (blue note, memoria visiva, la voce incorporata, la forma patica, etc) e dinamiche di lunga durata, alla cui luce ripensare le vicende estetiche afroamericane.
Ne vien fuori un avvincente diario a più voci, che si compone di dodici interviste ad artisti ed intellettuali del calibro di Angela Davis, Amiri Baraka, Daniel Harding e Giampiero Cane, solo per fare qualche nome.
Per ricevere il libro in contrassegno, inviare il proprio nome e indirizzo al numero: 346 7951667
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