Secondo capitolo di una trilogia iniziata con She e che si concluderà con l'episodio intitolato Zede, Hera ci presenta un quartetto svizzero molto interessante per visione musicale e approccio interpretativo. Registrata presso la Burgkirche St. Romanus nel villaggio svizzero di Raron, la musica interagisce con la severa architettura della cinquecentesca chiesa. Ne assorbe semplicità, purezza di forme e spiritualità rimandandole all'ascoltatore attraverso un fitto intreccio di richiami a musiche altre (e a Benjamin Britten in modo particolare), di invenzioni melodiche, di sorprese ritmiche, di sonorità non convenzionali.
Difficile pensare che nei primi quattro minuti di "Eyrie" siano all'opera tromba, tastiere, chitarra e batteria proprio perché gli strumenti diventano mezzi espressivi ben oltre i suoni e i ruoli canonici loro normalmente assegnati. Hera prende forma quindi come viaggio dei sensi e dello spirito, come esplorazione dello spazio nella quale pause e silenzi assumono importanza cruciale, le melodie si formano e si dissolvono con estrema naturalezza, ad ogni minima sfumatura viene dato risalto. Nulla di stucchevole o esoterico tutt'altro, la rigorosità delle forme ed una inquietante tensione sotto pelle assicurano presa e dinamismo all'intero lavoro.
Track Listing
Eyrie; Flint; Thus Gamester United in Friendship/Ungrateful Macheath!; Bubo Bubo; Hamada/Requiem aeternam; Ranunkel und Viola; Badlands, Meanwhile; Raron/Requiem Aeternam; Hey; Now Until the Break of Day.
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