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Masabumi Kikuchi: Hanamichi — The Final Studio Recording

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Masabumi Kikuchi: Hanamichi — The Final Studio Recording
Esce postumo, a inaugurare l'etichetta Red Hook, questo album in solitudine del grande pianista giapponese Masabumi Kikuchi, che molti ricorderanno per le collaborazioni con Gary Peacock (epica quella del 1971, Voices) e Paul Motian, su tutte il formidabile e geniale trio Tethered Moon. Registrato nel 2013, due anni prima della sua scomparsa, il lavoro vede il pianista—allora settantatreenne e già fortemente sofferente e debilitato—misurarsi con uno Steinway su cinque brani: un'improvvisazione, delle quali era maestro, una sua composizione e tre standard, uno dei quali—"My Favorite Things"—esposto di seguito modo completamente diverso.

Diciamo subito che la musica sfiora il capolavoro, ed è commovente che tanta inventiva coniugata con tanta lucidità rappresenti il lascito ultimo di un artista certo sempre stimolante e geniale, ma non sempre altrettanto coerente e misurato, ancor più se si tiene conto del fatto che Poo-com'era soprannominato il pianista-nel corso della registrazione, come racconta nel libretto il produttore Sun Chung, era talmente provato dalla malattia e dai farmaci da aver dovuto più volte sospendere le sedute per riposare e persino dormire.

Nei circa quaranta minuti di questo Hanamichi—termine con cui in Giappone si indica una passerella che attraversa la platea, percorsa dagli artisti prima e dopo le rappresentazioni—ritroviamo il Kikuchi libero da ogni stilema precostituito, ispirato dalla trasversalità del suo primo idolo, Thelonious Monk, dall'attenzione ai silenzi e alle eco tipici di Paul Bley, ma che più di altre volte mantiene un rigore coerenziale appreso da Keith Jarrett. Il tutto realizzato con le sue modalità atipiche, attente in primo luogo ai suoni, spesso fatti scaturire con tecniche improprie e personali.

Nella diversità della narrazione e del colore degli scenari, le sei tracce sono tutte in egual modo splendide. Quella d'apertura, il valzer "Ramona," è liricamente serena, interpretata in modo estremamente originale, ricca di dissonanze e invenzioni. Assai più drammatica, ma ancora evocativa è la successiva "Summertime," nella quale le pause e le eco si affiancano alle percussioni, spesso ribattute su ostinati a forte impatto espressivo. Sorprendenti le due versioni del classico di Hammerstein e Rodgers, che si completano a vicenda: la prima si avvia subito drammatica, si sviluppa con toni quasi cupi e con intrecci densi e contrastati, concludendosi in apparente risoluzione; la seconda si apre lirica, quasi cristallina, per impennarsi dinamicamente e assumere toni di roboante tragicità. Liberissima e contemporanea l'improvvisazione, nella quale il pianista cura in particolare la scelta delle singole note, giocando soprattutto su quelle alte, contrappuntate da una tessitura ritmica. Infine, lirica, lieve e malinconica è la conclusiva "Little Abi," unico brano firmato dal pianista e scritto all'inizio degli anni Settanta per il figlio.

Disco sontuoso, che rappresenta nel modo migliore la carriera di quell'artista originalissimo e straordinario che è stato Masabumi Kikuchi.

Album della settimana.

Track Listing

Ramona; Summertime; My Favorite Things I; My Favorite Things II; Improvisation; Little Abi.

Personnel

Album information

Title: Hanamichi — The Final Studio Recording | Year Released: 2021 | Record Label: Red Hook Records


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